Milano, 22 apr. (Adnkronos) - "Ogni aggressione è stata provata sia dalle dichiarazioni della vittima che dalle intercettazioni telefoniche, dalle immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza, dalle dichiarazioni testimoniali di altri detenuti testimoni indifferenti, dai referti medici, dalle relazioni di servizio". Lo spiega il gip di Milano Stefania Donadeo nell'ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere 13 agenti della polizia penitenziaria (più 8 sospesi) accusati, a vario titolo, di maltrattamenti, lesioni e torture. Le relazioni di servizio degli agenti della Polizia penitenziaria, "artatamente costruite al fine di sconfessare qualsiasi eventuale racconto dei detenuti", ma a 'sconfessarli' ci sono le "immagini video acquisite dal sistema di videosorveglianza del Beccaria" relative a tre pestaggi "costituiscono un ulteriore elemento di prova documentale del metodo educativo adottato dagli agenti della polizia penitenziari". Immagini che uno degli agenti non esita a definire "devastanti". Dal contenuto dell'attività di intercettazione telefonica "emerge la scelta consapevole del metodo violento per la gestione dei detenuti, un incomprensibile stupore per i provvedimenti adottati. (...) Le conversazioni telefoniche intercettate "hanno consentito di chiudere il quadro probatorio in ordine a tutti i pestaggi contestati ed ai falsi realizzati per potere celare, dietro un'attestazione apparentemente veritiera ma in realtà falsa, quanto accaduto e commesso" aggiunge il gip Donadeo. Dalle conversazioni "emerge la totale naturalezza con cui gli agenti di custodia commentano i pestaggi e le conseguenze delle loro azioni sui minori detenuti" del Beccaria, istituto al centro di più ispezioni dopo l'evasioni di sette ragazzi nel dicembre del 2022 e dell'arresto per violenza sessuale nei confronti di un 16enne ospitato nella struttura. Il provvedimento ha preso origine da più segnalazioni, tra cui quella del garante milanese delle persone detenute Francesco Maisto che ha allegato una mail del consigliere comunale David Gentili del febbraio del 2023 contenente l'indicazioni di cinque presunte violenze. Vittime "legate con le manette ai piedi del letto oppure con le mani dietro alle spalle", aggredite nell'ufficio del capoposto "privo di telecamere" e a cui gli agenti 'forniscono' lo stesso giustificativo ("lo schiaffo educativo").