Roma, 25 mar. (Adnkronos) - "Quando nacque lidea della candidatura di Milano-Cortina per i Giochi invernali, il dossier olimpico doveva poggiare su due pilastri ben precisi. Zero sperperi di risorse pubbliche e alta sostenibilità ambientale della candidatura, con una ratio precisa delle opere infrastrutturali da lasciare in eredità ai cittadini dei territori interessati. Con lavvento delle destre al governo si sono trasformati nei giochi dello spreco. I costi sono quasi raddoppiati: siamo già oltre i 3 miliardi e mezzo di euro di spesa e il tassametro continua a correre allimpazzata. Di questi fondi i privati copriranno tra tutto un 5%. E le ricadute sui territori allo stato attuale non sembrano proprio rosee, perché la legacy più importante che questi Giochi dovevano lasciare ai comuni che li ospitano, cioè le infrastrutture trasportistiche, è completamente azzerata". Così la deputata M5s Daniela Morfino a seguito del suo intervento in discussione generale sul dl Milano-Cortina 2026. "Cè poi lo scempio degli scempi: il cosiddetto budello del ghiaccio, vale a dire la pista per le gare di slittino, skeleton e bob di Cortina dAmpezzo. Nonostante il dibattito raggelante dellultimo anno, con i piagnistei di Luca Zaia e i piedi continuamente puntati da Salvini anche quando al bando di gara per la costruzione della pista è andato deserto, si è deciso di andare avanti lo stesso. In modo dilettantesco, miope e con unopera di killeraggio inaccettabile a livello ambientale, con 500 larici secolari fatti fuori a febbraio dalle motoseghe. Questo gigante di cemento costerà oltre 130 milioni rispetto ai 60 previsti nel 2019 e messi nero su bianco nel dossier olimpico. Più del doppio, quindi. Pierre de Coubertin, padre delle Olimpiadi moderne, diceva che limportante è partecipare, non vincere. Certe volte non sempre limportante è partecipare: quelle gare di bob si potevano fare benissimo altrove. LItalia si sarebbe risparmiata la figura barbina a livello internazionale di questi mesi e le nostre Dolomiti non avrebbero subito un irrimediabile danno. La demagogia di Salvini e i pianti a dirotto di Zaia hanno avuto la meglio. A scapito degli italiani del buon senso. Quel buon senso che nel governo Meloni ogni giorno si riduce di più al lumicino", conclude la pentastellata.