Roma, 23 ago. (Adnkronos) - Alla fine, sbotta. Dal 'buen retiro' in Villa d'Itria -che lascerà nelle prossime ore per far rientro a Roma- Giorgia Meloni non ci sta e risponde per le rime all'affondo di Elly Schlein. Dopo lo scontro con la segretaria dem sul salario minimo, è sui migranti che le due avversarie 'incrociano le spade'. Ad accendere la miccia la multa e il fermo amministrativo per la Sea-Eye 4, la ong che a Salerno ha messo in salvo 114 persone incorrendo nel 'cartellino rosso' delle autorità. "Ricevere una multa e un fermo amministrativo per aver salvato più vite umane di quelle 'autorizzate': il decreto del governo Meloni costituisce il reato di solidarietà", attacca la leader dem. La premier non ci sta. Del resto sono giorni che mastica amaro davanti alle rimostranze dei territori, alla querelle -capeggiata dai sindaci- sui migranti minori non accompagnati: al 31 luglio ben 21.710 quelli contati sul territorio. La richiesta di un tavolo comune per fronteggiare l'emergenza, mossa dai primi cittadini, per ora non è stata accolta e difficilmente lo sarà. La convinzione, che si registra tra il Viminale e Palazzo Chigi, è che l'emergenzia ci sia, ma accompagnata da una polemica del tutto strumentale, gonfiata ad arte. Viene bollata come ''falsità'', ad esempio, l'accusa che il decreto Cutro abbia abbassato il contributo per i minori non accompagnati a favore dei Comuni, portandolo da 100 a 60 euro pro capite. "Non è vero - replica chi nel governo si occupa quotidianamente del dossier -: il dl non modifica la misura del contributo, che, dal 1 gennaio 2023, è fino un massimo di 100 euro pro capite al giorno. Rimane ferma a un massimo di 60 euro giornaliere la base d'asta per i Centri di accoglienza straordinaria", vale a dire le strutture per i minori attivate dalle Prefetture. "E in tutto questo - rimarcano le stesse fonti - abbiamo Schlein che spinge per far entrare più migranti possibile; i governatori del Pd che rifiutano lo stato di emergenza e i sindaci dem che lamentano una situazione drammatica...". L'affondo della leader dem è la goccia che fa traboccare un vaso per Meloni già colmo. "Reato di solidarietà? - replica dunque la premier, forse già domani di rientro a Palazzo Chigi- Facciamo applicare leggi e principi che esistono da sempre in ogni Stato: non è consentito agevolare limmigrazione illegale e favorire, direttamente o indirettamente, la tratta di esseri umani". Poi, nella nota postata anche sui social, la premier attacca -senza mai citare Schlein- quella che da sempre etichetta come ''falsa solidarietà di sinistra''. "Solidarietà - scrive infatti - è fermare i viaggi della speranza e le morti in mare. Perché contribuire ad arricchire chi organizza la tratta degli esseri umani non ha nulla a che fare con le parole solidarietà e umanità". Non la pensa certo così Schlein, che sui migranti dà e continuerà a dare battaglia, puntando il dito contro i provvedimenti presi dal Viminale sulle Ong che effettuano salvataggi a ridosso delle coste italiane. Quelle persone in pericolo andavano forse abbandonate in mare?, domanda polemica richiamando i salvataggi messi a segno a Carrara e a Salerno. Oltretutto Schlein rimarca quello che taccia come "il paradosso", ovvero il fatto che sia "sempre più spesso la Guardia Costiera italiana a richiedere l'intervento di supporto" delle ong in mare: "in una missione precedente Open Arms si è trovata a effettuare 7 operazioni di soccorso nella stessa giornata, nell'ultimo mese hanno salvato 734 persone e fornito assistenza ad altre 540 sempre sotto coordinamento della Guardia Costiera italiana. Ma oggi quella nave, cui le stesse autorità italiane hanno chiesto supporto per i salvataggi, viene fermata per venti giorni per effetto del decreto approvato dal governo Meloni". Arrivando alla festa dell'Unità a Reggio Emilia, la segretaria del Pd risponde per le rime, accusando la premier di un "totale fallimento" sulle politiche migratorie e dello 'scarica barile' sui Comuni: "la solidarietà non è un reato e non si possono criminalizzare le ong che stanno solo sopperendo alla mancanza di una missione europea, una Mare nostrum che il Pd sta chiedendo mentre il governo a Bruxelles è muto". Posizioni inconciliabili e che prefigurano nuovi e accesi scontri. Destinati a deflagrare con i nuovi provvedimenti allo studio del governo, che punta ad approvarli entro settembre snellendo, tra le altre cose, le pratiche delle espulsioni e velocizzando le 'uscite'. Estendendole, stando a uno schema a cui il Viminale lavora con via Arenula, anche ai migranti 'sotto processo' e che attualmente, in base alle norme in vigore, non possono essere rimpatriati.