Roma, 31 gen. (Adnkronos) - "Questo accendino, lo vedete? Questo accendino me lo consegnò Giovanni durante il nostro ultimo viaggio in aereo verso Palermo. Mi disse: 'Piero, tienimelo tu. Bada che non è un regalo. Oggi ho deciso di smettere di fumare. Se dovessi riprendere so che ce lhai tu e me lo restituirai'. Lo riposi con cura nella borsa in una tasca con cerniera. Quellaccendino di argento non ebbi più modo di restituirlo". Così lex magistrato ed ex presidente del Senato Piero Grasso ricorda, con la voce rotta dalla commozione, uno degli ultimi incontri con Giovanni Falcone nel corso della Lectio magistralis che ha svolto alla John Cabot University con gli studenti dellateneo americano, 'Da Pizza Connection al Maxi processo: l'eredità di Giovanni Falcone'. Il magistrato, simbolo dellantimafia, dopo poche settimane fu ucciso nella strage di Capaci. "Appena seppi la notizia- rievoca Grasso- stavo nella mia casa a Palermo, e sento ancora con angoscia i passi trafelati dei miei agenti che venivano ad avvisarmi. Andai in ospedale lì incontrai lamico Paolo Borsellino. Dalla sua espressione capii tutto. Non cera più niente da fare. Ci abbracciammo, piangemmo. Disperato mi sussurrò: Una parte della mia, della nostra vita, è finita. Tornai a casa e mi ricordai di quellaccendino che non avrei mai più restituito a Falcone. Andai nello studio, iniziai a frugare nella mia borsa. Lo accesi. Ogni volta che attraverso momenti difficili, basta che lo tenga in mano e mi sembra di sentire i suoi consigli. Questa scintilla di fuoco ha la forza, lintelligenza la determinazione che ricorda gli occhi del mio amico Giovanni. Spero che possa accendere tante fiaccole che illuminano il cammino di voi giovani per portare avanti con le vostre gambe le idee di Giovanni". Così è nata Scintille di futuro, la fondazione che Piero Grasso ha creato "per spiegare ai giovani che cosa è stata la mafia e chi è stato Giovanni Falcone". Nel corso della Lectio magistralis, Grasso ripercorre gli albori della lotta dello Stato alla mafia che soltanto grazie alla genialità investigativa di Falcone fu finalmente riconosciuta e combattuta come tale. "La mafia rivendica Grasso - esisteva davvero ed era unorganizzazione criminale ben strutturata con ramificazioni ovunque fino negli Stati Uniti". Fu dalla collaborazione con gli Stati Uniti che nacque linchiesta Pizza Connection che fece emergere lo sviluppo tentacolare della mafia italiana anche Oltreoceano. L Fbi fu determinante. "La prima volta che andammo lì, Giovanni si presentò con un quaderno pieno di appunti, collegamenti, nomi, fotocopie di assegni. Loro, gli americani, invece aprirono il computer". Nonostante la differenza di strumenti investigativi i dati a mano scritti in italiano e nel pc scritti in inglese combaciavano perfettamente. Lammirazione per Falcone negli Stati Uniti era enorme e lo è tuttora. "Pensate dice Grasso- che nel cortile dellAcademy Fbi a Quantico cè un busto in bronzo di Giovanni che accoglie giovani che vogliono diventare tra i più bravi poliziotti del pianeta. La colonna su cui sorge è spezzata sottolinea Grasso si riferisce a un lavoro interrotto. A terra, uno scudo sul quale è scolpita una bilancia, simbolo della Giustizia. Ancora: il Senato americano, allindomani della morte di Giovanni, approvò una risoluzione che definiva la morte di Falcone 'una profonda perdita per lItalia, per gli Stati Uniti, per il mondo'. Di più: al congresso insiste lex presidente del Senato- cè unintera scalinata con le pareti tappezzate delle foto di Falcone con i poliziotti americani, articoli di stampa. E in alto- cosa rarissima negli Usa la bandiera italiana intrecciata a quella americana". Diverso il trattamento in Italia. Un magistrato di quel livello doveva essere osannato. Invece fu osteggiato, la testimonianza di Grasso. "Dopo quei successi, la politica lo attaccò, il Csm si mise di traverso. ricorda - Alcuni dissero che voleva fare lo sceriffo, che si era montato la testa, che si era addirittura fatto da solo lattentato alla sua villa al mare, allAddaura. Accuse infamanti. A quel punto, quando capì che non avrebbe potuto succedere a Caponnetto, decise di accettare linvito del ministro Martelli che gli aveva proposto di dirigere lufficio affari penali presso il Ministero di Giustizia. E fu lì, a Roma in via Arenula, che mi chiamò a lavorare con lui". Il periodo romano fu tra quelli più sereni della sua vita. "Falcone riusciva addirittura a sorridere. Fu in questa fase che mettemmo mano alla legislazione antimafia - ricorda ancora Grasso -: la legge sui pentiti, la legge sui sequestri di persona, le leggi bancarie antiriciclaggio, la Dia, le direzioni antimafia nelle varie procure. Fu creato tutto limpianto delle leggi che oggi sono imprescindibili e che speriamo non venga smantellato in questa nuova stagione". "La sera sospira Grasso - andavamo a mangiare nei ristoranti vicino al ministero, dopo aver liberato la scorta. Quando però la Cassazione confermò la condanna allergastolo contro la cupola mafiosa, nelle strade della Capitale fu inviato un comando di killer che avrebbe dovuto spararci. Ma fummo fortunati. Grazie alla cucina romana ci salvammo. Gli informatori mandarono il commando al ristorante Amatriciana vicino al Viminale, ma noi stavamo al ristorante la Carbonara a Campo de Fiori. Dopo 10 giorni, il capo della mafia di allora, Totò Riina li richiamò: 'Tornate giù. Abbiamo trovato un altro modo'". Il modo "era il tritolo di Capaci con cui iniziò la fase stragista dellorganizzazione criminale".