Città del Vaticano , 7 apr. - (Adnkronos) - L'Ufficio del Promotore di Giustizia del Vaticano martedì prossimo "riceverà il fratello di Emanuela Orlandi, Pietro. Lincontro - fa sapere il portavoce del Vaticano Matteo Bruni- è stato richiesto da questultimo, che sarà accompagnato dal proprio avvocato, al fine di rendere proprie dichiarazioni e offrire eventuali informazioni in suo possesso nellambito del fascicolo aperto dal promotore di Giustizia Vaticano a gennaio di questanno, a seguito di alcune recenti dichiarazioni sulla scomparsa della sorella". LUfficio del Promotore conferma "la volontà della Santa Sede di fare chiarezza sulla vicenda, anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Pietro Orlandi, intraprendendo ogni azione possibile al fine di giungere ad una ricostruzione accurata degli eventi, per quanto di propria competenza", spiega ancora il portavoce del Vaticano. La famiglia di Emanuela Orlandi, attraverso il legale Laura Sgrò, dà voce alla soddisfazione per lincontro: "Siamo contenti. Sono anni - osserva allAdnkronos lavvocato - che chiedevamo di poterci incontrare anche nello spirito di Sua Santità che ci aveva invitato a rivolgerci al Promotore di giustizia. Speriamo sia un momento di condivisione fruttuoso, di ricerca della verità". LUfficio del Promotore ha ribadito la volontà della Santa Sede di fare chiarezza sulla vicenda della figlia del commesso Vaticano sparita nel nulla ormai quaranta anni fa anche alla luce delle recenti dichiarazioni di Pietro Orlandi. Il riferimento è alla pista londinese? "Noi - dice lavvocato Sgrò - porteremo al Promotore tutte le informazioni che abbiamo nellintento di condividerle. Speriamo e crediamo nella volontà del Papa di fare chiarezza. Noi siamo a disposizione dellufficio del Promotore nella chiara ottica collaborativa . LIntento è quello di riportare Emanuela a casa, viva o morta. Dopo 40 anni deve tornare a casa". Certamente, annota il legale della famiglia Orlandi, "se il Promotore si pronuncia in una certa maniera, lo fa perché cè la volontà che ha ricevuto dal Papa. Nessuno si azzarderebbe mai ad attribuire al Papa pubblicamente parole che non sono sue. E un momento in cui abbiamo fiducia. Il nostro intento è quello di una collaborazione fruttuosa . Noi non ce labbiamo con nessuno, vogliamo solo la verità, che si può ricercare con il nostro lavoro e il lavoro attento degli inquirenti".