Roma, 5 dic. - (Adnkronos/Dpa) - Nel 2023 le emissioni globali di anidride carbonica (CO2) raggiungeranno un nuovo record a quota 36,8 miliardi di tonnellate. Lo mostrano i dati contenuti nel Global Carbon Budget elaborato dall'Università di Exeter e compilati ogni anno da un team di oltre 120 esperti, guidato da Pierre Friedlingstein del Global Systems Institute dell'ateneo inglese. Il dato del 2023 rappresenterebbe un aumento dell1,1% rispetto allanno precedente e dell1,4% in più rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia.Gli effetti del cambiamento climatico sono evidenti ovunque, mentre le misure per ridurre le emissioni dei combustibili fossili sono state "dolorosamente lente nel dispiegare i loro effetti, ha affermato Friedlingstein. I livelli di CO2 nellaria hanno ormai raggiunto una media di 419,3 parti per milione (ppm), con un aumento del 51% rispetto al livello del 1750, prima dellinizio dellera industriale. In base a questo trend lobiettivo di contenere l'aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi, fissato dallAccordo sul clima di Parigi del 2015, verrebbe inevitabilmente superato, ha affermato uno degli autori della ricerca, Julia Pongratz dellUniversità Ludwig-Maximilians di Monaco. La quantità di emissioni disponibile per garantire una probabilità del 50% di rimanere entro lobiettivo di Parigi sarà esaurita entro sette anni, sulla base degli attuali livelli di emissioni, hanno previsto gli autori: i loro modelli computerizzati rivelano che questanno lIndia ha emesso l8,2% in più di CO2 da combustibili fossili rispetto al 2022 e ora da sola supera le emissioni totali dellUE. A sua volta la Cina, responsabile del 31% di tutte le emissioni di CO2, ha aumentato le sue emissioni inquinanti del 4% in più rispetto allo scorso anno. Al contrario, gli Stati Uniti, responsabili del 14% della produzione globale di CO2, hanno tagliato le proprie emissioni del 3% mentre lUE le ha ridotte addirittura del 7,4%. Anche il resto del mondo mostra un andamento marginalmente positivo, con una riduzione dello 0,4%. Secondo il rapporto, le emissioni derivanti dal cambiamento delluso del suolo, in particolare dalla deforestazione, hanno mostrato un piccolo ma incerto calo negli ultimi due decenni. Le emissioni nette di CO2 più elevate derivanti dal cambiamento di uso del suolo per il periodo 2013-22 provenivano da Brasile, Indonesia e Repubblica Democratica del Congo, che insieme hanno contribuito per il 55% al cambiamento netto globale di uso del suolo in emissioni. Le emissioni derivanti dalla deforestazione permanente rimangono troppo elevate per essere compensate dagli attuali abbattimenti di CO2 derivanti dalla riforestazione e dallimboschimento, conclude il rapporto. Lo studio rileva per la prima volta riduzioni della CO2 atmosferica attraverso tecniche come la cattura e lo stoccaggio del carbonio, che attualmente ammontano a soli 0,01 megatoni. "Si tratta di oltre un milione di volte inferiori alle attuali emissioni di CO2 fossile", si sottolinea.