Tempio Pausania, 23 set. (Adnkronos) - "Quella mattina la mia amica era sconvolta". A dirlo in aula, nel corso dell'udienza del processo per violenza sessuale a Ciro Grillo e ai suoi tre amici è la teste chiave e presunta vittima anche lei della violenza che sarebbe avvenuta la notte tra il 16 e il 17 luglio in Costa Smeralda. Nell'udienza di ieri la giovane ha ripetuto al Procuratore Gregorio Capasso e alle parti civili che non aveva capito quanto fosse accaduto. Ma lo avrebbe appreso solo all'indomani. La vide accanto al letto, nel residence di Beppe Grillo, in accappatoio accanto al letto, che piangeva. "Io le chiesi più volte cosa fosse successo e lei mi disse 'Niente'. Solo dopo qualche ora la giovane milanese, oggi 23enne, avrebbe appreso quanto accaduto. Oggi la ragazza si dice "dispiaciuta" per quanto avvenuto. Le due da allora non si sono più parlate. E ieri nel corso dell'udienza il Procuratore le ha chiesto di leggere un messaggio che lei aveva inviato via WhatsApp a Silvia 9 giorni dopo il presunto stupro. Le due si erano incontrate in un bar a Milano. "Era fredda con me - ha detto - e così le scrissi un whatsapp per scusarmi di non essere stata presente dopo quello che le era capitato". "Ma non avevo capito cosa fosse accaduto". Ieri l'ex amica era venuta in aula ma è stata fatta allontanare perché teste in una delle prossime udienze.
Caso Grillo jr: controesame teste chiave, 'quella mattina la mia amica era sconvolta'
23 settembre, 2023 • 08:50