Denver, 12 giu. - (Adnkronos) - ACL. Le tre lettere peggiori che un giocatore voglia sentire. A sta per Anteriore, C per crociato, L per legamento. Si parla del ginocchio, e sono tre lettere che hanno influenzato la carriera tanto di Jamal Murray che di Danilo Gallinari (i due sono stati compagni ai Nuggets per un anno, quello da matricola del giocatore da Kentucky). L'azzurro si infortunò il suo ginocchio in una gara contro Dallas il 4 aprile 2013, dovette operarsi una prima volta e poi ancora una seconda, finendo per perdere tutta la stagione 2013-14. Sempre ad aprile, ma il 12, nel 2021, la stessa sorte toccò a Murray, a San Francisco contro gli Warriors. Anche per lui un'intera annata fuori (quella 2021-22) e allora oggi - che potenzialmente è a una partita sola dal sogno della sua vita, vincere un anello Nba - riflettere su quel terribile incidente aiuta viene quasi naturale. Partendo proprio dalle parole di incoraggiamento ricevute da Gallinari e da altre superstar Nba nelle ore immediatamente successive all'infortunio: "Ho apprezzato tantissimo la chiamata di Gallo", racconta Murray. "Il primo fu Klay Thompson, venne a vedere come stavo nella sala dei raggi X. Mi ha fatto capire che sarebbe stata lunga, durissima - mi ricordo la sua faccia, si capiva che stava ancora provando a recuperare, sia fisicamente che mentalmente dal suo infortunio. Mi fece capire che ci sarebbero stati momenti bui, che non sarebbe stato facile", racconta Murray. Ma la lista non finisce qui: "Gallo, come vi ho detto; Victor Oladipo; ma tanti altri ancora, ovviamente tutti i miei compagni". Anche per loro, anche per tutti quelli che dopo Murray hanno dovuto subire un infortunio così grave, le prestazioni del n°23 dei Nuggets restano di grande ispirazione. "Tornerò più forte di prima", dicono spesso gli atleti in quelle occasioni. Jamal Murray ce l'ha fatta.
Basket: finali Nba, il contributo di Gallinari nel recupero di Murray dall'infortunio al crociato
12 giugno, 2023 • 06:30