Roma, 13 nov. (Adnkronos) - Più Europa porta la carne coltivata in Parlamento. E non in senso figurato. Oggi, in una conferenza stampa alla Camera con Riccardo Magi, Emma Bonino e Benedetto Della vedova, è stato mostrato un vetrino da laboratorio contenente tessuti ricchi di proteine e proprietà animali da cui creare la fetta di carne. Con gli esponenti di Più Europa gli imprenditori che stanno avviando le prime start-up del settore come Stefano Lattanzi, Ceo di Bruno Cell, e con scienziati come Cesare Gargioli, del dipartimento di biologia dellUniversità di Roma Tor Vergata che sta realizzando le prime sperimentazioni. Una 'lezione' sulla carne coltivata per dire che il divieto del ddl promosso dal governo è antiscientifico, antieuropeo e anti italiano. E non solo. Secondo Più Europa è anche anticostituzionale. Di qui la presentazione di una pregiudiziale di costituzionalità al ddl che arriva in aula a Montecitorio mercoledì "perché viola le norme europee sul mercato comune e il principio della libertà di impresa garantito dallart. 41 della Costituzione italiana". Dice Magi: "E' un provvedimento ideologico, senza fondamento scientifico e che ha elementi di propaganda. Inoltre è anche illegittimo: impatta sulla libertà, costituzionalmente garantita, di iniziativa economica privata. La norma viola poi il diritto europeo, che è l'unico che può vietare l'introduzione di un prodotto nel mercato unico. E vieta lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica garantito dall' art.9 della Costituzione. È poi anti italiano perché ci isola dal resto del continente". Spiega Della Vedova: "Il provvedimento è espressione diretta di una cultura politica reazionaria di chi vuole tenere fuori la modernità dal contesto pubblico nazionale. Inoltre travolge le potenzialità della ricerca scientifica su questo tipo di produzioni. L'Italia resti sulla frontiera della produzione alimentare e consenta a scienziati e imprese di fare il loro lavoro. C'è spazio per tutto: km zero, cibi tradizionali e del futuro". Quindi Emma Bonino che osserva come "la carne coltivata risolverebbe una serie di problemi, ivi compreso quello dell'inquinamento da allevamenti intensivi. Il nostro Paese è tutto così: il terrore del nuovo, della ricerca, le tradizioni della nonna. Va tutto bene, ma quando diventa un'ideologia va molto meno bene". Infine Elena Cattaneo che ha sottolineato come "di fronte alle scelte legislative, ci sia bisogno di studi e razionalità e non di creare nemici esterni: questo divieto probabilmente porterà il nostro Paese ad esprime il triste vanto di essere il primo a vietare la carne coltivata e si espone il Paese a una bocciatura in sede europea".