Milano, 25 apr. (Adnkronos) - "La vigilia del 25 aprile è stata caratterizzata da evidenti 'sgrammaticature' intorno alla memoria di ciò che è stato il fascismo, di cosa sia stata la Resistenza e del significato stesso della Costituzione, tanto più rilevanti in quanto provenienti da alti rappresentanti delle istituzioni. Se l’eccidio delle Fosse Ardeatine viene raccontato come un massacro di 'italiani in quanto italiani', anziché come una strage di antifascisti, se l'XI compagnia del III battaglione Bozen attaccato a via Rasella viene descritto come una banda musicale, se si dice che nella Costituzione l’antifascismo non compare, c’è qualcosa che non torna. Qualcosa di importante". E' uno dei passaggi del discorso del sindaco di Bergamo Giorgio Gori per celebrare il 25 aprile. "C’è qualche segnale positivo, ma osserviamo che questa data continua per molti ad essere 'divisiva'. La tentazione di riscrivere la storia va combattuta con forza, così come il rischio contenuto nelle omissioni. Non permetteremo a nessuno di riscrivere la storia antifascista del nostro Paese" sottolinea il primo cittadino che ricorda come "ogni singolo capitolo della Costituzione è scritto in diretto contrasto al fascismo. Com’è possibile quindi giurare sulla Costituzione, e non proclamarsi chiaramente, inequivocabilmente antifascisti?. Eppure "si fa ancora fatica a dire 'antifascismo', anzi non lo si dice proprio, quasi non si volesse rinunciare a quello stesso residuo identitario del quale si viene accusati. Io credo che non vada bene, soprattutto per chi ora è al governo, guida il Paese ed è titolare dei nostri rapporti internazionali". Questo sforzo è necessario da chi è al governo del Paese, a maggior ragione ora. "Ad appena duemila chilometri da qui, per la prima volta dopo quasi ottant’anni di pace europea, c’è un dittatore, accusato di crimini di guerra, che ha invaso un Paese libero e tenta di abbatterne il governo democraticamente eletto. All'invasione criminale voluta da quel dittatore gli ucraini stanno eroicamente resistendo: col nostro aiuto e per nostro conto. Combattono anche con le nostre armi? Sì, anche per evitare a noi di essere costretti a impugnarle domani. Armi e munizioni inviate all’Ucraina, insieme al sostegno finanziario e umanitario, hanno fin qui permesso di frenare l’occupazione russa. E dunque il 25 aprile ci rammenta che resistere è un dovere, ieri come oggi, in qualunque circostanza la libertà sia in pericolo" conclude Gori che ha parlato davanti a Anatolij Fedoruk, sindaco della "città ferita" di Bucha.
25 aprile: Gori, 'chi è al governo fa fatica a dire antifascismo, non va bene'
25 aprile, 2023 • 10:40