Dio è come una madre che fa la coda per visitare in carcere il figlio. Così Papa Francesco durante lUdienza Generale, in cui ha ricordato unesperienza di quando era arcivescovo a Buenos Aires: «Mi viene in mente - ha detto a braccio - tante volte che ho visto la gente facendo la coda per entrare in carcere, e tante mamme lì che facevano la coda per vedere il figlio carcerato, non smettono di amare il figlio, e loro sanno che la gente che passa nel bus, "ah questa è la mamma del carcerato", non hanno vergogna di questo, sì, hanno vergogna ma vanno avanti, è più importante il figlio che la vergogna. Così noi per Dio siamo più importanti che tutti i peccati che possiamo fare, perchè Lui è padre, Lui è madre, Lui è amore puro, ci ha benedetto per sempre e non smetterà mai di benedirci». «Unesperienza forte è quella di leggere questi testi biblici di benedizione in un carcere, o in una comunità di recupero», ha continuato il Pontefice. «Far sentire a quelle persone che rimangono benedette nonostante i loro gravi errori, che il Padre celeste continua a volere il loro bene e a sperare che si aprano finalmente al bene. Se perfino i loro parenti più stretti li hanno abbandonati, e tanti lasciano - non sono come quelle madri che fanno la coda - perchè ormai li giudicano irrecuperabili, per Dio sono sempre figli. Dio non può cancellare in noi limmagine del figlio, ognuno di noi è figlio, è figlia». «A volte si vedono accadere dei miracoli: uomini e donne che rinascono perché trovano questa benedizione che li ha unti come figli. Perché la grazia di Dio cambia la vita: ci prende come siamo, ma non ci lascia mai come siamo», ha sottolineato.