Il fatto giudiziario può ridursi in poche righe. Il Tribunale di Novara - dopo tre anni di dibattimento - ha assoluto con formula piena “perché il fatto non sussiste” l’ex giovanissimo sindaco di Novara e poi assessore regionale, l'avvocato Massimo Giordano e con lui tutti gli altri 11 imputati in un processo iniziato oltre tre anni fa. Giordano era imputato di una lunga serie di reati tra i quali corruzione e concussione per i quali la pubblica accusa aveva chiesto oltre cinque anni di reclusione.

L’inchiesta era iniziata con una serie di spettacolari perquisizioni ( subito riprese a tutta pagina dalla stampa locale) il 19 febbraio 2013 e riguardava episodi risalenti al 2012. In seguito alle accuse, Giordano si era dovuto dimettere dalla giunta regionale guidata dall'allora governatore Roberto Cota. Secondo l'accusa Giordano, leghista, era a capo di una sorta di “gruppo di potere” che, in più occasioni, avrebbe avvantaggiato professionisti e imprenditori amici in cambio di favori.

Gli aspetti personali trascendono però dal processo perché – di fatto - per via giudiziaria è stata concretamente e comunque stroncata la carriera del più promettente leader leghista piemontese, distrutta la sua famiglia, di fatto di molto ridotta la sua attività professionale con una opinione pubblica divisa anche perché costantemente bombardata da fatti e commenti di cronaca che spesso poco avevano a che fare con gli atti del processo.

Per questo oggi molte persone non necessariamente vicino alla Lega si chiedono chi mai restituirà ora a Massimo Giordano le occasioni politiche e professionali sfumate, l’ansia e l’angoscia di questi anni, la credibilità personale che in una città di provincia è tutto, quando diventi – di fatto – un “sospetto” e quindi guardato come un diverso anche se - come sindaco - aveva raccolto molte simpatie per le attività svolte durante il suo mandato.

Giordano durante il dibattimento ha perso il padre e poi la giovane moglie Simona «Sono stati anni molto difficili e di grande sofferenza, non tanto per me ma per i miei familiari – commenta oggi Giordano - ora sono ovviamente soddisfatto dalla sentenza, ma anche addolorato perché le due persone che mi sono state sempre vicine, mio padre e mia moglie, non ci sono più. Ringrazio tutti i novaresi perché non hanno mai creduto alle suggestioni che hanno voluto creare».