Nel secondo trimestre del 2016 il Pil tricolore si è fermato. E per il governo è una doccia fredda, anzi gelata. I dati Istat pubblicati ieri hanno confermato la stima fatta ad agosto, quando la maggior parte degli italiani era in vacanza e a tutto pensavano meno che all'andamento del prodotto tricolore. Rispetto al primo trimestre di quest'anno, la variazione del Pil è stata confermata a zero. Prosegue così la guerra, combattuta a colpi di "zerovirgola", tra l'istituto di statistica e l'esecutivo: Matteo Renzi, per esempio, continua a vedere il bicchiere mezzo pieno, aggrappandosi alla crescita acquisita per il 2016 (+0,7%). I dati Istat sulla crescita sono arrivati a quarantotto ore di distanza da quelli sull'occupazione, che mercoledì hanno evidenziato a luglio un'allarmante riduzione dei posti di lavoro (-63mila) rispetto a giugno. Ma anche in quel caso il Partito democratico ha difeso il Jobs Act, affermando che vi è «una tendenza strutturale alla crescita». Insomma, non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire.In realtà, sia a Palazzo Chigi che al Ministero dell'Economia schiumano di rabbia. Dopo la stima sulla crescita di agosto, per fare pressioni sull'Istat il Mef la scorsa settimana aveva addirittura fatto sapere che il dato sul fatturato dei servizi faceva ben sperare e aveva previsto una crescita economica di segno positivo nel secondo trimestre dell'anno. Così però non è stato. Sbrigativo il ministro Pier Carlo Padoan, intervenuto ieri al forum Ambrosetti di Cernobbio, dov'era presente anche il premier. «Il Pil cresce, seppur debolmente», ha tagliato corto il ministro. Questione di "zerovirgola", appunto. Intanto il "gufo" Giorgio Alleva, presidente dell'Istituto nazionale di statistica, nominato proprio dal governo Renzi nel 2014, va avanti per la sua strada: il presidente dell'Istat, sempre quest'estate, ha smentito un altro ottimista, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, perché, secondo lui, avava fatto un uso «politico» dei dati provenienti dall'Inps sul mercato del lavoro per dire che tutto filava nella direzione giusta.La mancata crescita del Pil nel secondo trimestre è riconducibile al netto calo dell'industria. Un calo che il +0,2% registrato alla voce dei servizi è riuscito a malapena a tamponare. Ora il governo punta a una crescita del Pil dell'1% nel 2016, ma per l'Fmi non si andrà oltre lo 0,9%. In vista della prossima legge di Stabilità, Padoan promette risorse a sostegno della crescita, della produttività e della competitività. Se però il prodotto tricolore non riprenderà a correre, prima o poi anche l'esecutivo dovrà rinunciare alla strategia dell'ottimismo.