È un Matteo Renzi con il solito piglio sbarazzino e la consueta ironia quello che si presenta davanti a telecamere e giornalisti in sala Nassiriya a palazzo Madama prima della chiusura del Parlamento per le ferie estive. E proprio sul tema si rivolge al presidente del Senato, Ignazio La Russa. «Riduci da cinque a quattro settimane le ferie, con quattro settimane va bene lo stesso - spiega il leader di Iv - Torniamo prima per lavorare, c'è la proposta di legge di Renzo Piano da discutere…». E a proposito di proposte di legge, l’ex presidente del Consiglio ne presenta ben tre a sua prima firma, ma andiamo con ordine.

Perché prima c’è tempo per affossare, non direttamente ma quasi, l’idea che la candidatura di Marco Cappato alle suppletive di Monza per il seggio lasciato vacante dalla morte di Silvio Berlusconi possa essere sostenuta da tutte le opposizioni. «Le candidature per il collegio Monza-Brianza le decideremo a settembre, lui è uno capace di grandi battaglie che non sempre condivido, non so se sia il profilo più adatto per vincere - ha detto Renzi rincarando poi la dose - Se l’obiettivo è partecipare, allora Cappato può fare una bella campagna di immagine, se l’obiettivo e vincere non lo so...Vogliamo prendere i like o fare il risultato? A settembre decideremo chi sarà il nostro candidato».

E pensare che meno di dieci minuti primate agenzie avevano battuto una dichiarazione dello stesso Cappato che faceva ben sperare chi vorrebbe una sfida a due tra lui e Adriano Galliani, scelto dal centrodestra su proposta di Forza Italia con il consenso della famiglia Berlusconi. «La mia candidatura non è contro partiti o coalizioni, ma è a disposizione delle organizzazioni, e quindi anche dei partiti, che la vorranno sostenere, realisticamente stiamo parlando del perimetro delle opposizioni - ha spiegato il tesoriere dell’associazione Luca Coscioni - Sappiamo che le opposizioni non sono unite in Parlamento, che non sono state unite nella campagna elettorale delle politiche e sappiamo anche che non potrebbero essere unite se ciascuno guardasse ad esprimere un proprio candidato: e dunque mi sembra che la mia candidatura offra la possibilità di una convergenza per una bella battaglia da fare sui contenuti e sul territorio e anche per l'urgenza di porre un freno ad alcune derive che sono rappresentate da questo governo e da questa maggioranza».

Allargando poi lo sguardo alla possibile sfida contro Galliani. «Questa è l’occasione di provare ad avere un confronto tra storie e obiettivi e non tra fazioni e prese di posizioni pregiudiziali - ha aggiunto Cappato - Finora ho raccolto già molti riscontri positivi e sono felice di imbarcarmi in questa sfida che cercheremo di realizzare con tutta la mobilitazione possibile: centinaia di persone mi hanno scritto via mail e mi hanno dato la loro disponibilità sui social e, dunque, le premesse per una mobilitazione sul territorio ci sono tutte».

E se la sua candidatura non va proprio giù ad Italia viva, tanto che Ettore Rosato qualche giorno ha parlato di Galliani come di «è un moderato e una persona seria», la sua candidatura è appoggiata invece dal segretario di Azione, Carlo Calenda. Ma anche lì ci sono divergenze con la presidente Mara Carfagna e la portavoce Maria Stella Gelmini che hanno espresso prudenza nei confronti del sostegno a Cappato.

Proprio ieri, tra l’altro, è spuntata l’ipotesi che oltre a Galliani e Cappato anche il leader di Sud chiama Nord ed ex sindaco di Messina, Cateno De Luca, possa candidarsi al seggio che fu del Cavaliere. «L’obiettivo è quello di andare oltre il 4 per cento - ha spiegato dallo staff del sindaco di Taormina - Una soglia psicologica importante in vista delle europee, cioè la soglia di sbarramento, ma lui scende in campo sempre per vincere».

In ogni caso, in conferenza stampa Renzi non ha mancato l’ormai classica stoccata a Calenda, che nelle scorse ore aveva definito «del tutto inopportune» le cene al Twiga di alcuni esponenti di spicco di Iv, da Francesco Bonifazi a Maria Elena Boschi, fino a Luciano Nobili. «Non mi interessa dove va a cena Bonifazi, né dove va Richetti: mi interessa che portino avanti in Aula le proposte per gli italiani, mi importa quello che fanno in Aula - ha spiegato il leader di Iv. - Questa storia ricorda quello che facevano i grillini prima maniera».

Poi arriva alle proposte. La prima, e più importante, il premierato. «La nostra proposta di legge per l’elezione diretta del presidente del Consiglio, eletto a suffragio universale e diretto, contestualmente al voto per le politiche, con potere di nomina e revoca dei ministri - dice Renzi - è una proposta che a parole ha il consenso della maggioranza e di parte dell’opposizione, ma sono nove mesi che fanno melina». Per poi colpire di nuovo Calenda. «Fa parte del nostro programma elettorale - incalza - se qualcuno non ci sta lo dica». Le altre due proposte: dissesto idreogeologico e lavoro. La prima consiste nel ripristino di Italia Sicura, «sulla base della proposta di Renzo Piano». Secondo Renzi «il dissesto idrogeologico non si ferma con le lacrime ma con le opere», da qui la richiesta a La Russa di ridurre le ferie per votare. «Vediamo chi è serio e chi no», aggiunge.

E poi la proposta della Cisl sulla partecipazione dei lavoratori agli utili d’impresa. «Gli italiani non arrivano a fine mese, bisogna alzare il potere d’acquisto dei salari», spiega l’ex inquilino di palazzo Chigi. Ma c’è tempo anche per la discussione sulla grazia a Patrick Zaki. «Ha un debito di riconoscenza verso Meloni», conclude. Insomma, il solito Renzi show.