«Affiancare nazismo e comunismo è una operazione intellettualmente confusa e politicamente scorretta. E se riferita alla seconda guerra mondiale rischia di mettere sullo stesso piano vittime e carnefici». Parola di David Sassoli, Presidente del parlamento europeo. Intervistato dal sito web patriaindipendente, Sassoli dice la sua sulla polemica nata con l’approvazione della Risoluzione sull’importanza della memoria europea. «Ho grande rispetto per la volontà espressa dal Parlamento - spiega Sassoli - ma nessun atto in democrazia è ex cathedra.

Tutto si può commentare e giudicare. Riferirsi allo scoppio della seconda guerra mondiale per ribadire un atto di fede nel sistemi democratici era sembrato ai gruppi politici un modo per ribadire la volontà dell’Unione europea di battersi contro ogni forma di totalitarismo. E, in questo momento, per rispondere all’aggressività di una destra xenofoba e neofascista che in molti Paesi ha ripreso ad alzare la testa. Un punto di vista che credo sia largamente condiviso dalle nostre opinioni pubbliche e dalle forze politiche europeiste.

Il problema nasce quando si entra nello specifico di passaggi storici che non possono essere sintetizzati, a equiparazioni inappropriate, a riferimenti che andrebbero accuratamente verificati.

Dai parlamenti ci si aspetta valutazioni politiche e non certo di scrivere la storia» E poi Sassoli spiega: «Il giudizio sui sistemi comunisti nei Paesi dell’Est non credo sia in discussione, così come non può esserlo il grande contributo delle formazioni partigiane comuniste e dell’Unione sovietica nella Liberazione dell’Europa dal nazifascismo. Senza il loro impegno e sacrificio non avremmo avuto la possibilità di dare vita alla più straordinaria avventura di pace e democrazia che si chiama Unione Europea» E infine: «Il percorso dei partiti comunisti non è stato lo stesso nei nostri Paesi. In Italia, il Partito comunista è stato protagonista della Resistenza, della rinascita democratica del nostro Paese e del consolidamento delle istituzioni repubblicane. È stato anche protagonista della pace religiosa in Italia, con il voto favorevole sull’art. 7 della Costituzione, mentre i socialisti votarono contro.

Aldo Moro nel 1973, spiegò al presidente Usa Ford la differenza fra il comunismo italiano e quello sovietico».