L’affaire Nicola Gratteri sta mettendo in una difficile posizione l’Anm. Com’è noto, il procuratore di Napoli negli ultimi giorni è inciampato, in maniera piuttosto plateale, su malintese riflessioni che Giovanni Falcone aveva proposto nel maggio del ’92 riguardo all’ordinamento giudiziario. Gratteri, già nei giorni precedenti, aveva letto in tv brani di un’intervista attribuita al giudice eroe, intervista inesistente come dimostrato dal nostro Damiano Aliprandi.

Il capo dei pm partenopei si è scusato tramite le pagine del Foglio, ma questo non è servito a spegnere l’incendio: chiamato a rispondere del secondo scivolone da altri giornalisti, quelli di Quarta Repubblica, ha mostrato un atteggiamento spazientito e nervoso.

Forse non avevamo mai visto un Gratteri così in difficoltà, abituato com’era a interlocutori molto benevoli. E però lui è ormai il frontman della campagna referendaria dell’Anm contro la separazione delle carriere targata Carlo Nordio e Giorgia Meloni: se scricchiola lui, scricchiola tutta l’immagine della magistratura, che si è affidata al super pm per vincere questa battaglia. Se da una parte è vero che Gratteri gioca la partita da battitore libero, dall’altra è altrettanto vero che il sindacato delle toghe lo ha consacrato come figura performante e rassicurante dinanzi ai cittadini per ribaltare i sondaggi.

E quindi ora che si fa? Bisogna rivedere la leadership della campagna, come qualcuno maligna proprio dagli interna corporis di piazza Cavour? L’Anm intanto ha pubblicato sui canali ufficiali una foto di Cesare Parodi (presidente), Rocco Maruotti (segretario) e Nicola Gratteri insieme, tratta dalla recentissima assemblea romana, e ha diramato un comunicato in cui leggiamo: “L’Anm esprime piena solidarietà al procuratore di Napoli Nicola Gratteri, raggiunto da pesanti critiche e attacchi personali in questi giorni, legati al suo impegno per il no al referendum sulla riforma Nordio. Il suo contributo tecnico, come quello dell’intera categoria dei magistrati, merita rispetto perché ha come unico scopo quello di arricchire il dibattito sulla riforma e dare ai cittadini maggiori elementi di riflessione in vista del voto referendario”.

Il riferimento è in primis agli attacchi venuti dalla politica in questi giorni. Non sbagliamo forse a pensare ad esempio al presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri, che aveva dichiarato due giorni fa sarcasticamente: «L’associazione nazionale mentitori, a forza di bugie, vuole superare il record di Gratteri, che ha letto una frase falsa di Falcone in tv e si è dovuto scusare. Andate avanti così, porterete i voti al 'No' al 10%. Meno bugie, più rispetto della verità».

Da quanto appreso, il comunicato Anm nulla avrebbe a che fare con la libertà della stampa di fare da “cane da guardia” anche del potere giudiziario. D’altronde la stessa Anm aveva celebrato in Cassazione Sigfrido Ranucci. Il problema, per il sindacato dei magistrati, è la politica che non aspettava altro che gli scivoloni di Gratteri per tentare di sferrare un colpo alla campagna per il No. Da qui sarebbe nata la decisione di fare quadrato intorno al procuratore di Napoli, alla sua persona, visto che, dal punto di vista interno, il caso Falcone sarebbe archiviato: tutti possono sbagliare, dicono.

Ma c’è chi prova, sempre nell’Anm, a dare un’altra lettura, un po’ più articolata. «L’Anm ha dovuto prendere questa iniziativa», ci dice una toga del parlamentino, «perché Gratteri si è sempre lamentato del fatto che, quando era attaccato in Calabria, l’Anm di Palamara non lo difendeva. Ora che ha archiviato Palamara, l’Anm deve dare un altro segnale». Un altro magistrato aggiunge: «Visto che il Pd ci ha mollato, dobbiamo tenerci Gratteri».

Già nei giorni scorsi vi avevamo raccontato di una preoccupazione che si allarga sempre di più rispetto a un Partito democratico che potrebbe mollare la presa e lasciare alla sola magistratura l’onere di vincere la sfida. E quindi «Gratteri è l’unica carta che abbiamo e dobbiamo tenercela». Piuttosto, suggerisce ancora un’altra toga, «finiamola di parlare per slogan e guardando al passato, si è capito che questa è una riforma trasversale: inutile raccogliere le firme nelle piazze, visto che neanche il Pd lo fa, parliamo agli ordini professionali per far capire quale potrebbe essere l’impatto su di loro».

Comunque, per fare il punto della situazione, l’Anm si ritroverà tra qualche giorno, momento in cui si chiarirà meglio la prossima linea comunicativa da adottare.