Negoziati di pace
Cremlino
Una nuova conversazione telefonica tra il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo statunitense Donald Trump sarà organizzata “nel più breve tempo possibile”. Ad annunciarlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, durante una conferenza stampa a Mosca.
«Nel più breve tempo possibile. Ve lo comunicheremo», ha dichiarato Peskov rispondendo alle domande dei giornalisti, confermando che i contatti diretti tra Mosca e Washington restano centrali nella fase attuale del negoziato sulla guerra in Ucraina.
Diversa, invece, la posizione sul fronte ucraino. Il Cremlino ha escluso, almeno per ora, una conversazione telefonica tra Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. «Al momento non si sta parlando di una tale conversazione», ha chiarito Peskov, chiudendo la porta a un dialogo diretto tra Mosca e Kiev.
Il portavoce presidenziale russo si è detto in sintonia con le dichiarazioni di Trump, secondo cui un accordo per porre fine al conflitto sarebbe ormai vicino. «Certo», ha risposto Peskov a chi gli chiedeva se Mosca condividesse questa valutazione, confermando che i colloqui di pace si trovano «nelle loro fasi finali».
Parole che rafforzano la narrativa russa di una trattativa ormai matura, ma accompagnate da condizioni politiche e militari molto nette.
Secondo il Cremlino, la fine delle ostilità passa necessariamente dal ritiro delle forze armate ucraine dal Donbass. «Naturalmente, si tratta del ritiro delle Forze armate del regime di Kiev dal Donbass, al di fuori dei confini amministrativi», ha affermato Peskov, ribadendo una delle richieste centrali di Mosca.
Il portavoce ha inoltre lanciato un avvertimento diretto a Kiev: «L’Ucraina sta perdendo territori e continuerà a perderli. Domani la situazione sarà diversa da quella di oggi». Una dichiarazione che suona come una pressione ulteriore affinché l’Ucraina accetti le condizioni russe in vista di un possibile accordo.
Intanto, la notte è stata segnata da nuove esplosioni in territorio russo. Secondo il quotidiano indipendente Astra, detonazioni hanno colpito l’aeroporto militare di Khanskaya, vicino a Maykop, nella Russia meridionale. Il ministero della Difesa di Mosca ha riferito di aver abbattuto 89 droni ucraini.
Sul fronte opposto, le forze armate russe hanno annunciato di aver preso il controllo dell’insediamento di Dibrova, nella regione ucraina di Donetsk, avanzando ulteriormente sul terreno.
Sul piano geopolitico regionale, si registra anche la dura presa di posizione della Georgia. Il presidente del Parlamento, Shalva Papuashvili, ha respinto le pressioni dell’Unione europea sul percorso di integrazione del Paese: «Non accetteremo diktat né da Mosca né da Bruxelles».