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Negoziati di pace

Ucraina, Zelensky chiede garanzie Usa fino a 50 anni

Dopo l’incontro con Trump a Mar-a-Lago, Kiev rilancia sulla sicurezza di lungo periodo e invita alla prudenza su Putin

29 Dicembre 2025, 11:03

Ucraina, Zelensky chiede garanzie Usa fino a 50 anni

Zelensky, presidente dell'Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rilanciato con forza il tema delle garanzie di sicurezza di lungo periodo per Kiev, proponendo agli Stati Uniti un impegno che possa estendersi fino a 30, 40 o addirittura 50 anni. La richiesta è stata avanzata direttamente al presidente americano Donald Trump durante l’incontro di domenica a Mar-a-Lago, in Florida.

«Abbiamo confermato che avremo solide garanzie di sicurezza dagli Stati Uniti – ha spiegato Zelensky parlando con i giornalisti –. Nei documenti oggi si parla di 15 anni, con possibilità di estensione. Ma gli ho detto chiaramente che questa guerra dura già da quasi 15 anni e che l’Ucraina ha bisogno di garanzie molto più lunghe». Secondo il leader ucraino, Trump avrebbe risposto con un prudente «ci penserò», senza chiudere la porta all’ipotesi di un impegno storico di lungo periodo.

Legge marziale e fine della guerra

Zelensky ha ribadito che la legge marziale non verrà revocata finché l’Ucraina non otterrà garanzie di sicurezza credibili. «Prima vogliamo che la guerra finisca davvero – ha detto –. Senza garanzie, con un vicino come la Russia, non potremo mai dire che il conflitto è concluso».

Il presidente ucraino ha chiarito che la revoca dello stato di emergenza rappresenta l’ultimo passaggio di un percorso che deve assicurare la protezione della popolazione e della sovranità nazionale.

Il piano di pace e il ruolo di Putin

Nel corso dell’incontro in Florida, Zelensky ha riferito che Trump gli avrebbe confermato di aver discusso tutti e venti i punti del piano di pace con il presidente russo Vladimir Putin, nel corso di una lunga telefonata. «È importante che si discuta proprio di questo documento e non di altro», ha sottolineato il leader di Kiev, ringraziando Trump per il confronto diretto con Mosca.

Allo stesso tempo, Zelensky ha invitato alla massima cautela: «Non è la prima volta che Putin dice una cosa e poi ne fa un’altra. Per noi contano i fatti, non solo le parole».

Donbass, referendum e nodi irrisolti

Il quadro che emerge resta segnato da un cauto ottimismo, ma anche da profonde incertezze. Secondo Zelensky, l’accordo di pace sarebbe «completo al 90 per cento», ma restano irrisolte le questioni più delicate, a partire dal Donbass e dalle eventuali concessioni territoriali richieste da Mosca.

Il presidente ucraino ha ribadito che la Costituzione vieta la rinuncia ai territori, pur aprendo alla possibilità di un referendum nazionale. «È la società ucraina che deve decidere – ha affermato – perché questa è la loro terra».

Le letture della stampa internazionale

I principali media europei hanno letto l’incontro di Mar-a-Lago come un passaggio interlocutorio. Le Figaro parla di “numerosi progressi” ma senza svolte concrete, mentre Handelsblatt sottolinea che molte questioni restano aperte, in particolare sulle garanzie di sicurezza e sulle concessioni territoriali.

Più critico Le Monde, che segnala i rischi di un approccio americano percepito come troppo indulgente verso Mosca, mentre la BBC evidenzia l’assenza di risultati concreti nonostante i toni positivi.

Prossimi passi

Zelensky ha annunciato di voler ospitare nei prossimi giorni una nuova riunione a Kiev con rappresentanti ucraini, statunitensi ed europei. Un passaggio che, nelle intenzioni di Kiev, dovrebbe servire a consolidare il fronte delle garanzie di sicurezza e a chiarire le condizioni politiche e militari di un eventuale accordo.