Nuovi sviluppi nell’inchiesta della Procura di Brescia sulla presunta corruzione dell’ex procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti, per l’archiviazione di Andrea Sempio nel caso Garlasco. Un’informativa del Nucleo investigativo dei Carabinieri di Milano, inviata a luglio ai magistrati bresciani, rivela un episodio ritenuto “anomalo”: l’8 febbraio 2017 il maresciallo Giuseppe Spoto, allora in servizio alla polizia giudiziaria di Pavia, parlò con l’avvocato Federico Soldani, primo difensore di Sempio, utilizzando il telefono del suo assistito, che in quel momento era sotto intercettazione della stessa Procura pavese.

Secondo quanto riportato, Spoto - oggi in congedo e già destinatario di due sequestri nell’ambito dell’indagine su Venditti - si recò alle 16.35 presso un centro commerciale di Montebello della Battaglia, non a casa di Sempio come indicato in un successivo rapporto del Gico della Guardia di Finanza. «Sempio chiama l’avvocato Soldani e passa il telefono al maresciallo Spoto lì presente», si legge nell’annotazione.

Durante la conversazione, della durata di 3 minuti e 23 secondi, Spoto discusse con il legale della rinuncia ai termini di difesa e del luogo dove eleggere il domicilio dell’indagato. Quando l’avvocato chiese: «Mi dice qualcosa o non mi dice niente lei? Che aria tira?», il militare rispose: «Io sono un semplice ambasciatore, sa com’è... ambasciator non porta pena».

Per la Procura di Brescia, l’episodio rientra in una serie di contatti opachi fra Sempio e la polizia giudiziaria di Pavia durante la prima indagine del 2017. A destare sospetti anche la durata complessiva della notifica – oltre un’ora – e alcune intercettazioni ambientali successive, tra cui una registrata la sera del 9 febbraio 2017 nella Suzuki di famiglia, in cui il padre di Andrea affermava: «Comunque ha detto che ti chiederà le cose che sono state depositate». Il figlio rispondeva: «Sì, lo so, lo so». Un dialogo che per gli inquirenti potrebbe confermare un flusso informativo improprio fra investigatori e indagati.

Stop all’analisi dei dispositivi sequestrati

Intanto slitta a data da destinarsi l’accertamento tecnico irripetibile per la copia forense dei cellulari e dei computer di Venditti e Sempio. L’avvocato Domenico Aiello, difensore dell’ex procuratore aggiunto, ha depositato una riserva di incidente probatorio al Gip e alla Procura generale di Brescia, sospendendo di fatto l’avvio delle analisi affidate all’esperto Matteo Ghigo. In base all’articolo 360 del codice di procedura penale, la richiesta impone al pubblico ministero di bloccare gli accertamenti fino alla decisione del giudice, salvo casi di urgenza. I dispositivi sono sotto sequestro da oltre un mese e fanno parte di tre diversi provvedimenti – uno già annullato e due in attesa di riesame.

In attesa dell’udienza di oggi al Tribunale del riesame di Brescia, il legale Domenico Aiello ha diffuso una nota dai toni duri: «La magistratura contro se stessa per la seconda volta in due settimane davanti a un tribunale penale. Tutto diventa routinario, annoiato, genuflesso all’onnipotente palinsesto di Garlasco».

Aiello si è chiesto perché non fossero presenti in aula i procuratori Francesco Prete (Brescia) e Fabio Napoleone (Pavia), «da cui sono partite le indagini», sottolineando che «ci saranno due magistrati davanti al Riesame», tra cui il pm milanese Pietro Paolo Mazza, anche lui indagato per corruzione e peculato. Anche Mazza, difeso dall’avvocato Massimo Dinoia, ha presentato ricorso contro perquisizioni e sequestri eseguiti lo scorso 9 ottobre.