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Manifestanti chiedono la fine della guerra a Gaza
Israele è pronto ad accettare la proposta avanzata dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine alla guerra a Gaza. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Gideon Sa’ar durante una visita a Zagabria, nel corso dell’incontro con il premier croato Andrej Plenković.
«Israele desidera porre fine alla guerra a Gaza basandosi sulla proposta del presidente Trump e in conformità con i principi stabiliti dal gabinetto di sicurezza», ha spiegato Sa’ar, segnando la prima apertura ufficiale di un esponente del governo israeliano allo schema presentato da Washington.
Cosa prevede la proposta
Secondo fonti arabe citate dal Times of Israel, il piano americano prevede che Hamas liberi tutti gli ostaggi entro le prime 48 ore dall’accordo, in cambio della garanzia da parte degli Stati Uniti che Israele non riprenderà successivamente le operazioni militari. Inoltre, l’intesa comprenderebbe il rilascio di diverse migliaia di detenuti palestinesi, inclusi circa 250 condannati all’ergastolo per il coinvolgimento in attentati contro civili israeliani.
Le incognite interne
Nonostante l’annuncio, il primo ministro Benjamin Netanyahu non ha ancora convocato il gabinetto di governo per discutere la proposta. La decisione potrebbe incontrare resistenze da parte di alcuni alleati della coalizione, soprattutto riguardo a un eventuale ritiro da Gaza. Resta quindi aperto il confronto politico interno, che potrebbe determinare tempi e modalità di una reale adesione da parte di Israele.
Le proteste in Spagna
Intanto in Europa continuano le mobilitazioni pro-Palestina. In numerose città spagnole – da Madrid a Barcellona, da Valencia a Siviglia – collettivi e associazioni chiedono al governo Sanchez di vietare subito il commercio di armi con Israele. Secondo la rete Rescop, gli impegni annunciati dall’esecutivo spagnolo sono giudicati «insufficienti e troppo lenti», con il rischio che le promesse restino sospese o diluite in decisioni future.