È morto martedì 8 febbraio, nell’ospedale americano di Neuilly-sur-Seine, alle porte di Parigi, lo scienziato francese Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina nel 2008 per i suoi studi sull’Aids. Aveva 89 anni. Lo riportano diversi media francesi, tra cui i quotidiani Liberation e La Croix che ha avuto conferma dal sindaco della cittadina. La notizia morte di Montagnier era stata diffusa da Francesoir, ma era stata smentita dallo staff dello scienziato. Noto per le posizioni contrarie alla vaccinazione contro il Covid-19, il suo progressivo logoramento dei rapporti con la comunità scientifica iniziò negli anni 2000, quando Montagnier propose la papaia fermentata come trattamento per il Parkinson. Nel 2009- l’anno dopo aver ricevuto il Nobel - sostenne che un buon sistema immunitario permette di sbarazzarsi dell’Hiv «in poche settimane» e che una buona dieta ricca di antiossidanti rende possibile l’esposizione al virus senza venire contagiati in modo cronico. In seguito affermò altre tesi screditate come l’origine batterica dell’autismo e il legame tra i vaccini e le morti improvvise di infanti. Queste posizioni eterodosse hanno reso Montagnier un paladino dei no vax in seguito all’esplosione della pandemia. Proprio lo scorso gennaio, Montagnier si erano unito alle proteste a Milano, parlando di una «proteina tossica» che, secondo lui, sarebbe contenuta nei vaccini contro il Covid. «La salvezza dell’umanità e la fine di questa emergenza sarà nelle mani dei non vaccinati. Saranno i non vaccinati a salvare l’umanità», aveva aggiunto il Nobel, accolto dall'ovazione dei manifestanti.