PHOTO
Prosegue il confronto politico sulla riforma costituzionale della giustizia e, in particolare, sulla separazione delle carriere tra magistrati giudicanti e requirenti. Dopo le critiche del procuratore di Napoli Nicola Gratteri, arriva la replica del deputato di Fratelli d’Italia, Andrea Pellicini, componente della Commissione Giustizia della Camera.
Pellicini, pur premettendo «rispetto, stima e riconoscenza» per il magistrato calabrese «per la sua costante lotta contro la criminalità organizzata», contesta con decisione la lettura data dal procuratore. «La tesi che egli sostiene per contrastare la riforma costituzionale – spiega Pellicini – non può essere condivisa. Gratteri insiste nell’affermare, contro ogni evidenza, che l’obiettivo della riforma è subordinare il pubblico ministero all’esecutivo».
«L’autonomia dei magistrati è garantita»
Il parlamentare di FdI cita la nuova formulazione dell’articolo 104 della Costituzione, che – sottolinea – «assicura l’autonomia e l’indipendenza di entrambi gli ordini di magistrati, sia giudicanti sia requirenti». «Basta leggere il testo per avere la dimostrazione – aggiunge – che la riforma non limita in alcun modo la libertà del pubblico ministero. Al contrario, separare le carriere serve proprio a rendere più chiara e funzionale la distinzione dei ruoli, senza condizionamenti reciproci».
«Processo alle intenzioni»
Pellicini definisce le affermazioni di Gratteri un «processo alle intenzioni», respingendo ogni ipotesi di interferenza governativa sulla magistratura: «La sottoposizione del pm al potere esecutivo - conclude - non potrebbe essere attuata surrettiziamente, ma richiederebbe un’altra riforma costituzionale, che nessuno si sogna di fare».


