Non bastava Luigi de Magistris a fare da terzo incomodo in Calabria. Ora la partita di Pd e M5S, già alle prese con un inseguimento impossibile nei confronti del centrodestra capitanato da Roberto Occhiuto, si fa davvero ardua. L’ex governatore dem, Mario Oliverio, ha infatti sciolto ogni riserva: alle prossime Regionali sarà in campo sostenuto da liste indipendenti. Per i dem è la materializzazione di un incubo, il ritorno in scena del compagno costretto a un passo indietro nel 2019, da governatore uscente, quando alle elezioni il partito gli preferì l’imprenditore del tonno Pippo Callipo, battuto da Jole Santelli. Alla base della decisione del Nazareno: una questione di opportunità politica, visto che Oliverio risultava indagato dalla procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri per corruzione e abuso d’ufficio. Contestazioni sempre respinte dall’ex presidente - nonostante la pesante gogna mediatica subita - che per disciplina di partito accettò comunque di bere “l’amaro calice” e lasciare spazio ad altri candidati senza protestare platealmente. Ma ora che a certificare la totale estraneità dai fatti è stato un giudice (a gennaio l’ex Pd è stato assolto perché il “fatto non sussiste”) Oliverio intende prendersi la sua rivincita. Anche perché scuse formali dal Nazareno per il trattamento riservato non sono mai arrivate. Così, mentre Enrico Letta e Giuseppe Conte, dopo vari tentativi andati a vuoto, decidono a Roma di puntare sulla neurologa Amalia Bruni per riconquistare la Regione, l’ex governatore sceglie di rompere gli indugi e far saltare il tavolo aperto con Luigi de Magistris per una possibile alleanza. «Anche in Calabria e in politica non tutto ha un prezzo», scrive in una nota il coordinamento dei comitati “oliverio presidente”, annunciando di fatto la discesa in campo dell’ex esponente dem. «La nostra è, innanzitutto, una battaglia di dignità e di libertà al servizio degli interessi puliti del popolo calabrese. Per quanto ci riguarda su di noi e sulle nostre scelte di stare in campo in maniera autonoma, nella prossima competizione elettorale regionale decideranno esclusivamente gli elettori», scrivono i sostenitori di Oliverio, convinti di dover dar conto delle proprie scelte solo agli elettori e non ad apparati di partito che oggi si stracciano le vesti per l’arrivo di un altro concorrente alle elezioni. «Su questa base i partecipanti alla riunione, che si è tenuta a Reggio Calabria, hanno chiesto a Mario Oliverio di formalizzare la propria disponibilità a candidarsi alla presidenza della Regione nella prossima competizione regionale. A tale richiesta Mario Oliverio ha sciolto positivamente la riserva annunciando che nelle prossime ore terrà una conferenza stampa», aggiungono. Insomma, l’ex governatore intende riprendersi la scena e l’onorabilità politica che un’inchiesta scioltasi al sole e il comportamento del suo ex partito gli avevano portato via. Per i dem, già in grande difficoltà nella sfida al centrodestra, la notizia della candidatura di Oliverio è una doccia gelata. E anche se per il momento nessuno si spinge in dichiarazioni ufficiali, la presenza dell’ex governatore agita parecchio i sonni del Nazareno. L’unica a rilasciare qualche dichiarazione è Amalia Bruni, la scienziata scelta dalla coalizione giallo-rossa per la scalata alla Regione. «Il mio obiettivo è quello di fare e trasformare una coalizione in una squadra che va avanti, tutta, verso un unico obiettivo comune che è quello di risollevare le sorti della Calabria», dice, intervistata dalla trasmissione Omnibus, su la7. «Sicuramente all'esterno continuano ad esserci delle discussioni, e continua ad esserci gente che rema contro, facendo ovviamente in questo caso il gioco della destra di Roberto Occhiuto, ma soprattutto di Spirlì il cui operato purtroppo è drammaticamente sotto gli occhi di tutti», aggiunge Bruni, riferendosi ovviamente alla discesa in campo dell’ex governatore. «Purtroppo c’è già una indicazione di vicepresidenza che non ci lascia sperare. Noi abbiamo tutti i giorni sotto gli occhi la gravissima incompetenza di questa persona». Ma le accuse di “soccorso al nemico” non basteranno a far desistere Oliverio dall’intento di tornare in pista. Soprattutto perché l’ex presidente di Regione negli ultimi mesi ha più volte cercato un’interlocuzione col suo partito, ricevendo in cambio solo porte sbattute in faccia. Magari ora qualcuno si accorgerà di lui, ma sarà troppo tardi. Difficile prevedere che percentuali possano raggiungere le liste a sostegno del candidato outsider, ma il rischio è che ogni singolo voto guadagnato da Oliverio sarà un voto sottratto a Bruni e alla coalizione giallo-rossa. Un motivo in più, per il Pd, per temere una vera e propria disfatta in Calabria.