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La correzione del ministro Pichetto Fratin, il sostegno del Prefetto di Napoli, la presa di posizione del ministro Musumeci. Il giorno dopo l’uscita dello stesso Pichetto sui sindaci da mettere in galera circa la tragedia di Ischia, i primi cittadini si compattano con i loro colleghi dell’isola. Ma la polemica non si placa e a rispondere al ministro è Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Anci. «Quelle dichiarazioni erano volgari, soprattutto in un momento in cui si stanno ancora cercando i dispersi - ha spiegato - contemporaneamente denota anche un'ignoranza sul tema, nel senso che sul dissesto idrogeologico la competenza non è dei sindaci ma dello Stato. Ma ai primi cittadini è giunta ance la vicinanza del Prefetto di Napoli, Claudio Palomba, che li definisce «un avamposto». Negli stessi minuti arrivava la correzione di rotta del ministro dell’Ambiente, che ha detto di avere usato «espressioni un po’ forti», ma anche che «in un paese civile non si dovrebbe morire di pioggia» e che se questo accade «non si è operato bene a livello di governo centrale, di Regioni e di enti locali». Di fatto non mollando la presa su eventuali illeciti da parte dei primi cittadini ischitani. Che, ovviamente, rispediscono la lettera al mittente. «L’ultimo condono a Ischia risale a 19 anni fa - puntualizza Gaetano Pascale, sindaco di Lacco Ameno - mettere in relazione la frana con l’abusivismo è solo sciacallaggio». Mentre per il primo cittadino di Forio, Francesco Del Deo, «le vittime abitavano in zona bianca» e «alcun case erano state autorizzate». Ma Pichetto ribadisce il concetto non citando direttamente i sindaci ma spiegando che «chi ha compiti di vigilanza sul territorio deve evitare che si creino o aggravino situazioni di rischio e che «il contrasto al dissesto idrogeologico deve essere un impegno di tutti, al Governo, in Parlamento, nelle Regioni e negli enti locali». E difendendo, infine, i primi cittadini come istituzione. «Io non posso avercela con i sindaci perché ho fatto metà della mia vita nelle amministrazioni comunali e ho un figlio che ha fatto il sindaco per dieci anni - ha chiosato - Sono decisamente sul fronte degli 8mila sindaci che tutti i giorni devono rispondere di ciò che addirittura va oltre quello che possono fare o le loro competenze, perché sono il primo avamposto». E dopo la presa di posizione di Salvini che aveva preso le distanze dal ministro, la sottosegretaria leghista Pina Castiello ha ribadito il sostegno del governo agli amministratori locali, definendo la frase di Pichetto Fratin come «un’espressione infelice». Stesso termine utilizzato anche dal sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, secondo il quale «i sindaci di tutto hanno bisogno fuorché di sentirsi scoperti da questo governo». Anzi, prosegue, «c’è un problema opposto che è quello di andare a toccare i nostri codici relativamente a un eccesso di responsabilità che come sindaci abbiamo su cose che, peraltro, neanche dipendono direttamente da noi». Cioè la norma sull’abuso d’ufficio, che il governo Meloni ha annunciato verrà cambiata. Ma un’ombra sull’operato di alcuni sindaci la getta il ministro del Sud, Nello Musumeci, che ha anche la delega alla Protezione Civile e per questo sta seguendo sin dalle prime battute la vicenda di Ischia. «I sindaci sono nelle trincee», ha precisato ieri, spiegando anche però che «certo c’è qualche sindaco che forse non ha fatto il proprio dovere» e che «sarà la magistratura ad occuparsene, se quella condotta costituisce reato». Sui fatti di Ischia lo stesso Musumeci riferirà giovedì in Senato.