Martedì 30 Dicembre 2025

×

Conflitto armato

C’è l’ok del Cdm: altre armi a Kyiv. Passa la linea Fi-FdI

Il Consiglio dei ministri approva il decreto con più aiuti civili. Scontro politico nella maggioranza, opposizioni all’attacco

30 Dicembre 2025, 08:49

C’è l’ok del Cdm: altre armi a Kyiv. Passa la linea Fi-FdI

ARMI A LUNGO RAGGIO MISSILE MISSILI UCRAINI

Il Consiglio dei ministri ha approvato ieri il dl Ucraina, che prevede «disposizioni urgenti per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina, per il rinnovo dei permessi di soggiorno in possesso di cittadini ucraini, nonché per la sicurezza dei giornalisti freelance».

Finisce così una telenovela durata settimane sul rinnovo degli aiuti, anche militari, a Kyiv con la Lega di Matteo Salvini che ha provato fino all'ultimo a rimuovere la parola “militari” dal testo, evidentemente non riuscendoci.

La dicitura era scomparsa in una bozza di ordine del giorno, per poi ricomparire nell’ordine del giorno ufficiale. «Dopo tre rinnovi, in cui sentivamo soltanto parlare di armi, grazie all’insistenza della Lega si cambia registro e si stabilisce nero su bianco che la priorità da adesso in poi saranno aiuti ai civili ed equipaggiamenti sanitari, logistici e difensivi - ha commentato sui social il senatore leghista Claudio Borghi, in prima linea perché l’Italia smetta di inviare armi all’Ucraina - Un primo passo necessario verso la pace “disarmata e disarmante” auspicata da Papa Leone nel suo messaggio di Natale. Si chiedeva una discontinuità e lo si fa nella direzione giusta».

In ogni caso le novità del dl consistono nel fatto che al pacchetto armi si aggiungono anche aiuti civili che riguardano logistica, sanità e ricostruzione della rete elettrica. Negli scorsi giorni la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva citato il detto romano “si vis pacem para bellum”, spiegando che «non è, come molti pensano, un messaggio bellicista, tutt'altro, è un messaggio pragmatico, perché solo una forza militare credibile allontana la guerra». Secondo Meloni «è la forza degli eserciti e la loro credibilità lo strumento più efficace per combattere le guerre» perché «il dialogo, la diplomazia, le buone intenzioni certo servono ma devono poggiare su basi solide».

A Cdm ancora in corso era stato il segretario di Azione, Carlo Calenda, a incalzare la maggioranza sulle divisioni interne, rivolgendosi direttamente alla stessa Meloni e al ministro degli Esteri, Antonio Tajani. «La Cina ha circondato Taiwan, Putin sta aumentando la pressione militare sull'Ucraina, Trump lavora per Putin e noi discutiamo sul titolo del decreto? Ma davvero? Pensate che così potrete attraversare il 2026?», ha chiesto Calenda. Lo stesso Tajani ha spiegato che l’Italia continuerà «ad inviare aiuti militari, sperando che tutto questo non serva perché si raggiunge la pace». Da questo punto di vista, ha aggiunto il leader di Forza Italia, «il governo è unito, alla fine il centrodestra trova sempre una soluzione», parlando infine di «sintesi molto equilibrata e anche giusta».

Di parere opposto il senatore Pd Filippo Sensi, secondo il quale «il balletto osceno sul termine militari nel titolo di questo decreto penoso è il sigillo di un governo che, invece di trovare protagonismo internazionale, punta a passare di lì per caso, facendo oggettivamente il gioco della Russia».

Di avviso simile la capogruppo di Iv al Senato, Lella Paita, che attacca frontalmente il Carroccio. «A dispetto dei tentativi della Lega e del suo senatore Borghi di far credere il contrario, quello di cui i parla in questi giorni è a tutti gli effetti un decreto di aiuti militari, e non "anche militari" - spiega l'esponente renziana - L’amarezza della Lega è del tutto comprensibile, altrettanto amaro, tuttavia, è lo spettacolo a cui ha dovuto assistere l’opinione pubblica perché un tema così delicato come la guerra in Ucraina è stato affrontato dal governo Meloni con un tasso di ambiguità e una spregiudicatezza privi di ogni ritegno».

Durissima con la Lega anche la senatrice Chiara Appendino del M5S ex “compagno di merende” dei salviniani nel governo gialloverde. «In Consiglio dei ministri si è consumato, dopo settimane di discussione che in realtà è stata una stucchevole farsa, l'epilogo che già sapevamo: il Governo vara un nuovo invio di armi. E la Lega, come suo solito, dà il suo placet - scrive Appendino - Non che ci aspettassimo qualcosa di diverso ma finisce così la solita sceneggiata di Salvini che, dopo aver fatto il pacifista a favor di telecamera e aver condito la sua propaganda di parole ipocrite, dà il via libera al nuovo pacchetto».

Soddisfazione è stata invece espressa da diversi esponenti della maggioranza, da Fi a Noi Moderati. «Ancora una volta contano i fatti, l’Italia è con l’Europa: sostegno incondizionato al Paese aggredito dalla Russia. Forza Italia come al solito ha fatto la sua parte», ha detto la deputata azzurra e vice responsabile del dipartimento Esteri Isabella De Monte.

Per la senatrice di Noi moderati Mariastella Gelmini «l’Italia si conferma un paese serio e affidabile, con una linea credibile e coerente di politica estera» perché «la logica della forza e della sopraffazione non può vincere e i paesi democratici dell’Occidente devono continuare a difendere la libertà e la pace».