Guerra in Ucraina
La città di Mariupol
Ridotto a un cumulo di macerie e diventato uno dei simboli più tragici dell’assedio di Mariupol, il teatro centrale della città ha riaperto i battenti. La struttura si trova oggi nella regione sotto controllo russo e la sua riapertura è stata annunciata da Denis Pushilin, capo dell’amministrazione filo-russa di Donetsk, di cui Mariupol fa parte. «Il Teatro Drammatico Russo di Mariupol ha riaperto le porte al pubblico», ha scritto Pushilin su Telegram.
La Russia controlla la città costiera sul Mar d’Azov dal maggio 2022, dopo un assedio tra i più devastanti della guerra in Ucraina. Secondo le stime diffuse dalle autorità locali filo-russe, i combattimenti avrebbero causato la morte di circa 22mila civili e la distruzione o il danneggiamento di oltre il 90% degli edifici residenziali. Numeri che Kiev e osservatori internazionali considerano difficili da verificare in modo indipendente, ma che restituiscono comunque la portata della devastazione subita dalla città.
Il teatro è legato in modo indelebile a uno degli episodi più controversi del conflitto. Nel marzo 2022, durante l’assedio, l’edificio fu colpito da un attacco mentre all’interno si rifugiavano civili. Russia e Ucraina si sono accusate a vicenda della responsabilità del bombardamento. Secondo Amnesty International, l’attacco causò la morte di «almeno una decina di persone», anche se il numero reale delle vittime resta oggetto di dibattito.
«Il progetto di ricostruzione ha richiesto tre anni per essere completato», ha dichiarato Pushilin, spiegando che il teatro è stato riportato al suo «aspetto storico», con la facciata ornata di sculture e dotato di «attrezzature all’avanguardia». Un ruolo centrale nei lavori è stato svolto dalla città di San Pietroburgo. Il governatore Alexander Beglov ha sottolineato che la ricostruzione «è stata una questione d’onore», ricordando l’invio di operai e architetti nella città occupata.
La cerimonia di riapertura si è svolta con una serata di gala trasmessa dalla televisione di Stato russa. Le immagini hanno mostrato una struttura completamente rinnovata: la scalinata monumentale, le colonne in marmo e il grande lampadario di cristallo da 2,5 tonnellate che domina la sala principale, capace di ospitare circa 500 persone. Una rappresentazione fortemente simbolica, che ha insistito sull’idea di rinascita culturale e normalità restituita.