La svolta
Zelensky, presidente dell'Ucraina
«Ci siamo riuniti oggi con un obiettivo chiaro: affrontare le urgenti esigenze finanziarie dell’Ucraina. E ci siamo riusciti». Con queste parole la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha annunciato su X l’intesa raggiunta al Consiglio europeo di Bruxelles: un prestito da 90 miliardi di euro per il biennio 2026-2027, finanziato attraverso l’indebitamento dell’Unione sui mercati dei capitali.
L’accordo è stato sostenuto da 25 Paesi membri su 27. Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno scelto di non aderire allo strumento, senza però bloccarne l’attivazione. Proprio per questo, spiegano le conclusioni del vertice, si farà ricorso alla cooperazione rafforzata prevista dall’articolo 20 del Trattato sull’Unione europea.
Nel documento finale si legge che «qualsiasi mobilitazione di risorse del bilancio dell’Unione a garanzia di questo prestito non avrà alcun impatto sugli obblighi finanziari» dei tre Paesi che hanno deciso di sfilarsi. Una precisazione politica e giuridica che ha permesso di superare l’ostacolo dell’unanimità.
Soddisfatta anche la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, che ha parlato di una soluzione «sostenibile sul piano giuridico e su quello finanziario». «Ha prevalso il buonsenso», ha spiegato Meloni al termine dei lavori, ricordando di aver portato al tavolo europeo la posizione già illustrata al Parlamento italiano.
Il meccanismo individuato prevede che il prestito sia garantito dal bilancio dell’Ue e che l’Ucraina lo rimborsi solo dopo aver ricevuto le riparazioni di guerra dalla Russia. Fino ad allora, i beni russi congelati nell’Unione resteranno immobilizzati. «L’Unione europea si riserva il diritto di utilizzarli per rimborsare il prestito», si legge nelle conclusioni, «nel pieno rispetto del diritto dell’Ue e del diritto internazionale».
A chiarire ulteriormente i dettagli è stato il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, secondo cui il prestito «consentirà di far fronte alle necessità finanziarie urgenti dell’Ucraina» e rappresenta un ponte finanziario in attesa delle riparazioni di Mosca. Parallelamente, la Commissione è stata incaricata di continuare a lavorare a un prestito di riparazione basato sugli asset russi immobilizzati.
Von der Leyen, in conferenza stampa, ha rivendicato il risultato politico: «Abbiamo raggiunto un accordo per soddisfare le esigenze finanziarie dell’Ucraina per i prossimi due anni». La presidente ha ricordato che Bruxelles aveva messo sul tavolo due opzioni – l’indebitamento Ue e il prestito legato alle riparazioni – entrambe «giuridicamente valide e tecnicamente fattibili». «Già la scorsa settimana – ha sottolineato – abbiamo inviato un messaggio politico forte immobilizzando a lungo termine i beni russi nell’Ue».
Dal fronte ucraino è arrivato il ringraziamento del presidente Volodymyr Zelensky. «Sono grato a tutti i leader dell’Unione europea per la decisione su 90 miliardi di euro di sostegno finanziario all’Ucraina», ha scritto su X. «È un aiuto significativo che rafforza realmente la nostra resilienza. È importante che i beni russi restino congelati e che all’Ucraina sia garantita sicurezza finanziaria per i prossimi anni».
Il Consiglio europeo tornerà sul tema nelle prossime riunioni, mentre i finanziamenti successivi al 2027 saranno discussi nel quadro del nuovo Quadro finanziario pluriennale. Intanto, con l’accordo di Bruxelles, l’Ue prova a blindare il sostegno a Kiev, mostrando unità politica nonostante le defezioni di Budapest, Praga e Bratislava.