È stato formalmente costituito davanti al notaio il comitato “Cittadini per il Sì”, l’organismo che sosterrà il referendum sulla riforma della giustizia e, in particolare, sulla separazione delle carriere tra pubblici ministeri e giudici. A presiederlo sarà Francesca Scopelliti, senatrice e compagna di Enzo Tortora, simbolo delle battaglie garantiste italiane.

Nelle intenzioni dei promotori, il comitato nasce per «dare ai cittadini un segnale concreto di cambiamento» e per rilanciare un progetto che punta a superare le attuali criticità del sistema giudiziario: lentezza, opacità, inefficienze.

Tra i fondatori figurano nomi provenienti da diverse aree professionali: Giuseppe Cioffi, giudice; Antonio Rinaudo, ex pm; gli avvocati Guido Camera, Alessandra Cacchiarelli ed Elisabetta Manoni; i giornalisti Alessandro Barbano e Giovanni Jacobazzi; gli accademici Bartolomeo Romano e Pieremilio Sammarco; Antonio Lattanzi e Diego Olivieri, vittime di gravi errori giudiziari.

I tre cardini della riforma sostenuti dal comitato

Il documento costitutivo individua tre punti chiave. Separazione netta delle carriere tra pm e giudici, con percorsi professionali distinti. Istituzione di una Corte disciplinare autonoma per sanzionare le condotte dei magistrati. Rinnovamento del Csm attraverso meccanismi di sorteggio per superare le dinamiche correntizie. Una piattaforma che punta a incidere sul dibattito nazionale mentre si avvicina la consultazione popolare.

Scopelliti: «È il momento di agire, non di aspettare»

«La riforma della giustizia non è un dettaglio: è la sfida decisiva per il futuro dell’Italia», dichiara Francesca Scopelliti. Per la presidente del comitato, il referendum rappresenta «l’occasione per dire basta a un sistema che tutela privilegi invece dei cittadini». Da qui l’appello aperto: «Cittadini per il Sì invita tutti a unirsi. Una giustizia trasparente, giusta e realmente indipendente è possibile».