Il Dubbio ha pubblicato con grande evidenza “Riforma, ecco il vademecum anti-fake” in undici punti, addirittura più di un decalogo. Vorrei proporre, nello spirito sacro del principio del contraddittorio, un mio “controesame” punto per punto, con Sì, NO, NI, NON SO.

1. La riforma compromette l'indipendenza dei magistrati?

SI. A nulla vale proclamare all’art. 104 Cost. la formale indipendenza, se non sono apprestati istituti che ne garantiscano la effettività. La Costituzione del 1948 aveva costruito per questo scopo il Csm. Non è stato esente da limiti, da ombre e luci, ma lo si riduce all’irrilevanza senza sostituirvi nulla.

2. I pm finiranno sotto il controllo politico del governo?

SI vi è questo rischio, indipendentemente dalle intenzioni del legislatore di oggi. Le norme hanno una loro logica. In molte democrazie il Pm è separato dai giudici, in tutte il governo, tramite il Ministro della Giustizia, esercita una qualche influenza sul Pm, ma lo fa con molto self restraint. E dove ciò non avviene (vedi Polonia, Ungheria) è in crisi la democrazia.

3. II pm diventerà più debole o più forte e inquisitorio?

SI paradossalmente sarà insieme più forte e più debole. Il nuovo Pm, che si autogestisce in un suo Csm, può divenire più forte non solo sulla criminalità comune, ma a tutto campo e dunque anche nel promuovere indagini nei confronti di esponenti dell’economia, della finanza e poi della politica. La “forza” di questo nuovo Pm sarebbe anche la sua “debolezza” poiché la politica non resisterebbe alla tentazione di metterlo sotto tutela. E i piccoli Csm dei sorteggiati non avrebbero l’autorevolezza per reagire.

4. La cultura della giurisdizione sarà cancellata dalla riforma?

NI perché è improprio parlare di cultura della giurisdizione, ma è ineluttabile che un Pm radicalmente separato sarà più “vicino ” alla “cultura della polizia”, alle pressioni dell’opinione pubblica perché si trovi subito il colpevole o comunque un per placare le vittime, Non proprio un vantaggio per le garanzie.

5. Un Csm estratto a sorte sarà meno indipendente?

NI sarà sostanzialmente irrilevante e sbilanciato verso la politica con i laici estratti a sorte da un paniere che la maggioranza parlamentare del momento potrebbe formulare molto ristretto. L’associazionismo dei magistrati, con i suoi difetti (ci sono stati e vi è stato un impegno per rigettarli) e con il suo valore positivo di confronto di idee sulla giustizia comunque sopravviverà a qualunque sorteggio.

6. L’Alta Corte disciplinare sarà controllata dalla politica?

NI anche se avrà maggior peso la componente politica, non solo quantitativamente ma per il sistema di sorteggio “temperato”, che come per il Csm potrà essere molto “orientato”. E poi si deve spiegare il senso di questa Alta Corte solo per i magistrati ordinari quando dati statistici mostrano la severità della giustizia disciplinare del Csm. Ne è ottimo testimonial il Ministro Nordio, non impugna le assoluzioni ed è molto poco attivo se per due terzi l’iniziativa è del PG della Cassazione.

7. E’ una riforma “disegnata” da Licio Gelli e dalla P2?

NO. La separazione di Gelli era inserita in un disegno eversivo della democrazia, questione oggi inesistente.

8. Vassalli era contrario alle carriere separate?

NON SO. E nessuno può pretendere di saperlo. Sono state recentemente “riscoperte” quattro righe 4 a sostegno della separazione di una intervista a un quotidiano inglese rilasciata da Giuliano Vassalli nel 1987. La produzione scientifica dell’illustre giurista (che ho avuto l’onore di conoscere e frequentare in seminari e convegni giuridici), monografie e saggi, è immensa, cui si aggiunge in diversi periodi la collaborazione a quotidiani e non si è trovato null’altro! Quello che nessuno può sapere è cosa avrebbe potuto pensare Vassalli non sul principio ma su questo Ddl, di cui la separazione è solo un capitolo e nemmeno il più rilevante. E per quel che so del raffinato e rigoroso giurista non penso ne sarebbe stato entusiasta, per il merito e per il metodo.

9. Anche Falcone era contrario al “divorzio” giudici-pm?

NO. Ad un certo punto si è espresso chiaramente arrivando a proporre la tesi estrema, che il Pm dovrà “trasformarsi in una sorta di avvocato della polizia”, dunque sottoposizione all’esecutivo. Questa posizione si inseriva in una ristrutturazione radicale della posizione del Pm imperniata su una Procura Nazionale, che fu rigettata da 63 magistrati esperti di criminalità organizzata tra i quali Paolo Borsellino.

10. La riforma “cancella” il modello italiano…

SI perché si riduce alla quasi irrilevanza l’istituto che la Costituzione ha voluto per rendere effettiva l’indipendenza dei magistrati, giudici e pm, rispetto all’esecutivo. Il modello italiano di Csm è stato seguito, con vari adattamenti, dai paesi del mediterraneo, Spagna, Portogallo e Grecia, che hanno riconquistato la democrazia e poi dai paesi dell’est Europa dopo la caduta del muro di Berlino. E non a caso l’involuzione autoritaria ove è intervenuta, come in Polonia e in Ungheria, ha attaccato subito questi istituti di garanzia.

11. Con la riforma si rischia la deriva autoritaria?

NO La democrazia italiana è solida. Ma … Nell’ Europa dell’Unione i principi dello Stato di diritto sono in crisi in Polonia e soprattutto in Ungheria, senza che le istituzioni eurounitarie riescano ad adottare misure efficaci di contrasto.

Nella involuzione verso la “democrazia illiberale” un fattore rilevante è l’attacco alla giurisdizione e dunque ai diritti che essa è chiamata a tutelare. L’esperienza delle dittature del secolo scorso e le recenti involuzioni anche in Usa ci insegnano che a nulla vale proclamare l’indipendenza della magistratura, se non sono apprestati istituti che ne garantiscano l’effettività. L’indipendenza della magistratura è una garanzia per tutti, anche per la politica, al di là delle contingenti maggioranze. La democrazia italiana è solida, ma non è saggio muoversi, come si è lasciato sfuggire il naif Ministro Nordio, verso un “riequilibrio dei poteri” che metta al riparo il governo del momento da indagini di magistrati la cui indipendenza non sarà più tutelata da solide garanzie. Nulla è scontato ma ci si mette su un piano inclinato