La Corte d'appello di Parigi ha accolto la richiesta di scarcerazione dell'ex presidente francese Nicolas Sarkozy, detenuto nel carcere di La Santé dal 21 ottobre. L'ex presidente varcherà oggi i cancelli della prigione e sarà sottoposto a libertà vigilata.

"Il tribunale dichiara ammissibile la domanda di rilascio e pone sotto sorveglianza giudiziaria", ha spiegato il presidente della Corte d'appello. A Nicolas Sarkozy sarà vietato contattare il ministro della Giustizia, Gérald Darmanin. L'ex presidente non potrà lasciare il territorio francese, ha aggiunto la corte. Meno di tre settimane fa Sarkozy aveva iniziato a scontare una pena di cinque anni per associazione a delinquere finalizzata al finanziamento della sua campagna elettorale del 2007 con fondi provenienti dalla Libia. 

"Il prossimo passo è il processo d'appello", commenta l'avvocato di Sarkozy,  Christophe Ingrain. La sentenza della Corte è una "normale applicazione delle norme del codice di procedura penale", spiega il legale, “il nostro compito, quello di Nicolas Sarkozy e il nostro, è preparare questa udienza d'appello”. 

“Il carcere è duro, molto duro”, le parole dell’ex presidente, che intervenendo questa mattina in video durante l'esame della richiesta della procura generale ha definito la sua detenzione “un incubo”. Oltre alla difesa, nella sala dell'udienza era presente la moglie Carla Bruni e il figlio Jean.  “Vorrei che foste convinti di una cosa: non ho mai avuto la folle idea di chiedere a Gheddafi alcun finanziamento. Non confesserò mai qualcosa che non ho fatto”, ha dichiarato Sarkozy. “Ho risposto scrupolosamente a tutte le convocazioni. Non avrei mai immaginato di conoscere la prigione a 70 anni. Questa prova mi è stata imposta, l'ho vissuta. È dura, è molto dura”. ha proseguito. E ancora: “Amo il mio Paese, la mia famiglia è in Francia, mi batto affinché la verità trionfi”. Sarkozy ha anche "reso omaggio" al personale penitenziario, dicendo che “ha dato prova di eccezionale umanità, rendendo sopportabile questo incubo”.