Il presidente della commissione Cultura della Camera, il meloniano Federico Mollicone, intervenendo in aula due giorni fa sulla vicenda che vede contrapposte maggioranza e opposizione rispetto all'operato del Garante per la Privacy Agostino Ghiglia, ha attaccato frontalmente la trasmissione Report e il suo responsabile Sigfrido Ranucci. La storia è nota: i giornalisti Rai hanno dimostrato il rapporto stretto tra Ghiglia (che aveva comminato una multa salata a Report) e FdI, innescando una feroce polemica politica.

Per Mollicone, Rannucci e i suoi vogliono «impedire all’esecutivo di centrodestra di governare e di nominare secondo la legge persone che riteniamo meritevoli», il loro è «giornalismo di inchiesta ma militante e a tesi».

Come ciliegina sulla torta, il deputato ha aggiunto che «i giornalisti di Report sono analfabeti istituzionali» che «la buttano in caciara» e non rispettano il codice deontologico. Ed è proprio in base a quest'ultima considerazione che arriva il coup de théâtre di Mollicone, coincidente con un inedito assoluto: una «mozione a tutela del buon giornalismo, della qualità dell’informazione, della vera imparzialità e del vero pluralismo». È lecito chiedersi, al netto del parere del deputato e della sua parte politica sull'operato di Report o di altre trasmissioni giornalistiche (sempre sindacabili, peraltro) in cosa possa consistere un atto parlamentare che impegni l'esecutivo a promuovere il “buon giornalismo”. Una mozione, normalmente, consta di una premessa e di un dispositivo in cui si avanza in modo esplicito una richiesta di azioni concrete al governo.

Nell'illustrare la sua iniziativa, Mollicone ha – tra le altre cose – consigliato ai giornalisti (citando fuori contesto Indro Montanelli) di «non perseguire lo scoop a tutti i costi». Per sapere a quali altre regole auree sulla professione attenersi bisognerà aspettare qualche giorno: quanto deve essere lungo l'articolo o il servizio perfetto?

Titolo sobrio o incisivo? Interviste discorsive o a domanda e risposta? Ma visto il diluvio di Pec che stanno arrivando proprio in questi giorni dall'Ordine ai colleghi inadempienti agli obblighi formativi, la madre di tutte le domande non può che essere: quanti crediti formativi fornirà la mozione, a chi avrà lo zelo di leggerla e metterla in pratica?