Lo stato di salute di Vincenzino Iannazzo, uno dei 41 bis fatti rientrare in carcere dopo la strumentalizzazione delle cosiddette “scarcerazioni”, si è ulteriormente aggravato. Mentre avvenivano i pestaggi, documentati su questo giornale, i mass media erano concentrati a cavalcare la polemica, tanto che l’allora ministro della Giustizia Alfonso Bonafede varò in fretta e furia un decreto che ha fatto rientrare tutti i detenuti incompatibili con il carcere. Alcuni di loro, al rientro sono anche morti. La denuncia dell'Associazione Yairaiha Onlus A denunciare il caso di Iannazzo è Sandra Berardi, presidente dell’associazione Yairaiha Onlus. Un caso che Il Dubbio ha seguito, partendo dalle mosse dei familiari con le continue istanze puntualmente rigettate, l’attivismo dell’associazione Yairaiha e la relazione del responsabile sanitario del carcere di Parma dove c’è scritto nero su bianco che non riescono ad assisterlo adeguatamente. Il carcere, soprattutto quello duro, è incompatibile. L’associazione Yairaiha, a seguito del mancato intervento per ovviare al gravoso problema che persiste, ha inviato l’ennesima missiva alle autorità competenti. Dal Dap, passando per la ministra Cartabia, fino al tribunale di sorveglianza e al direttore del carcere parmense. Le patologie del signor Iannazzo si sono aggravate in quest'ultimo anno «Come ampiamente documentato nel corso di questo ultimo anno – scrive Sandra Berardi, presidente dell’associazione Yairaiha , il signor Iannazzo soffre di una serie di pluripatologie fra le quali spicca senza dubbio, per gravità e manifestazioni che comporta, la demenza a corpi di Lewy». Continua la presidente: «Tale malattia, diagnosticata con assoluta certezza dal reparto di medicina protetta dell’Ospedale di Belcolle di Viterbo dove il Sig. Iannazzo è stato ricoverato ininterrottamente da giugno a novembre 2020, comporta per il detenuto gravi deficit di tutte le funzioni cognitive (memoria, attenzione, ragionamento, linguaggio), allucinazioni visive con conseguenti stati di agitazione e difficoltà a svolgere in maniera autonoma le attività del vivere giornaliero». Nonostante questo quadro di assoluta gravità descritto dai sanitari che lo hanno avuto in cura, Iannazzo è attualmente detenuto presso il centro clinico del carcere di Parma in regime di 41 bis, con tutte le restrizioni che esso comporta. «In particolare – denuncia sempre Sandra Berardi -, lo stato di isolamento h24 sta contribuendo, come peraltro già segnalato dai medici, a peggiorare inesorabilmente le condizioni di salute del detenuto, che si presenta ai colloqui con i familiari disorientato, confuso, spesso non riconoscendoli e con evidenti difficoltà comunicative con loro». I familiari portano indumenti a ogni colloquio e non ricevono indietro quelli sporchi L’associazione aggiunge il particolare che i familiari sono costretti a portare nuovi indumenti ad ogni colloquio senza mai ricevere indietro quelli sporchi. «Stesso discorso per quanto riguarda i soldi – sottolinea Berardi - che puntualmente accreditano sul conto del proprio congiunto: nessuno ne ha contezza né, tanto meno, riescono a sapere se vengono utilizzati». Ribadiamo che il responsabile sanitario del carcere, ha segnalato l’impossibilità di fornire assistenza continuativa e cure adeguate al detenuto. Nonostante ciò, le sue condizioni da ristretto rimangono invariate. «Qual è il senso del regime detentivo – si legge nella missiva inviata alle autorità -, oltretutto particolarmente restrittivo, imposto per un soggetto che versa in tali condizioni psico-fisiche? Quale rieducazione può realizzare la pena se lo stesso detenuto non è in grado di comprenderne il senso? Qual è la pericolosità sociale di una persona ormai demente e la minaccia che corre la società italiana da un suo cittadino, ormai completamente inerme e in balia degli eventi di cui ha poca contezza, tanto da dovergli applicare il regime del 41-bis?». La decisione sul rinnovo del 41 bis è slittata da giugno a novembre A giugno del 2020 il tribunale di sorveglianza di Roma avrebbe dovuto decidere sul rinnovo del 41 bis. Ma la discussione è stata rimandata di un anno, a novembre prossimo. Nel frattempo Iannazzo continua a rimanere detenuto in una condizione che rasenta il trattamento inumano e degradante. Quindi in contrasto non solo con l’articolo 27 della nostra Costituzione italiana, ma anche con l’articolo 3 della convenzione europea.Ha senso una carcerazione dura? Il 41 bis è stato concepito per uno scopo bene preciso. Quello di evitare che un boss possa dare ordine all’esterno e al proprio gruppo criminale di appartenenza. Uno in queste condizioni psico fisiche che ha allucinazioni, può davvero essere un pericolo tanto da giustificare l regime duro? Basta un'altra pronuncia della Corte Europea e Il 41 bis rischia di essere smantellato. La colpa sarà da ricercare in questo ennesimo abuso e da chi reclama ancora più restrizioni.