Arriveranno gli ispettori di via Arenula, in Procura a Firenze, su mandato del ministro della Giustizia, Carlo Nordio. È ciò che emerso durante il question time al Senato in cui il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha posto un’interrogazione al Guardasigilli in merito alla vicenda del pm Luca Turco. Il quale, dopo che il 18 febbraio di quest’anno la sesta sezione penale di Cassazione aveva annullato senza rinvio l’ordinanza, il decreto di perquisizione e di sequestro emesso il 20 novembre 2019 dallo stesso pm nei confronti di Marco Carrai, ha girato gli atti al Copasir, Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. O almeno questo è quello che sostiene da mesi Matteo Renzi, e che gli ispettori inviati da Nordio avranno il compito di verificare. Tali fatti, ha detto il titolare di via Arenula rispondendo all’interrogazione, «saranno oggetto di immediato e rigoroso - e sottolineo rigoroso - accertamento conoscitivo, attraverso l’Ispettorato generale». Non solo. Nordio ha anche affermato che successivamente il Ministero «procederà ad un’approfondita - e sottolineo approfondita - valutazione di tutti gli elementi acquisiti al fine di assumere le necessarie iniziative». Per Nordio l’indagine conoscitiva avrà assoluta priorità nell’attività ispettiva» e «le determinazioni che ne deriveranno saranno adottate con la consequenziale rapidità». Una risposta accolta con favore dallo stesso Renzi, il quale si è detto molto soddisfatto per due cose e parzialmente soddisfatto per un’altra. Soddisfatto della risposta perché «non dubitavamo dell'assoluta rilevanza che il ministro ha dato a questo caso perché riguarda, come abbiamo detto, tutti i cittadini, indipendentemente dal singolo dato», ma soddisfatto «del fatto che ci sia un ministro di un governo che noi non appoggiamo, di un governo al quale non votiamo la fiducia, che però abbia una riconosciuta autorevolezza e serietà». E parzialmente soddisfatto, infine, per quella che l’ex presidente del Consiglio definisce «una sensazione», cioè che non tutti si possano permettere uno o più ricorsi in Cassazione, come fatto da Carrai. «Il fatto che si faccia chiarezza sul modo con il quale non i giudici, non i pm, ma alcuni di essi operano, pochi a dire il vero, è fondamentale non per noi che ci possiamo difendere in tutte le sedi - ha specificato Renzi - ma per la povera gente, per la classe media, per chi non ha i soldi per fare ricorso in Cassazione». Nell’interrogazione, il leader di Italia viva aveva chiesto a Nordio che provvedimenti intendesse prendere nel caso ritenesse il comportamento di Turco «un atto sbagliato». E definendolo poi un atteggiamento «o eversivo, o anarchico, o un atto di cialtronaggine» da parte del pm. «Delle tre - aveva chiosato - io quest’ultima la escludo: sulle altre due ascolto la sua risposta». Un risposta che dunque si tradurrà nell’invio degli ispettori alla procura di Firenze, con il compito di accertare i fatti. La guerra tra Renzi e i pm fiorentini va avanti ormai da tempo, e uno scontro verbale si è avuto pochi giorni fa in Aula quando lo stesso Turco gli ha rinfacciato un’intervista su La Stampa in cui Renzi, senza citarlo, parlava di «un pm ha trattenuto una carta che non poteva trattenere e l’ha mandata in giro in Parlamento». «E adesso che fa, mi processa anche per le interviste?», aveva risposto in quell’occasione il leader di Iv. Insomma, un rapporto non proprio idilliaco, passato anche per il processo ai genitori di Renzi, Tiziano Renzi e Laura Bovoli, assolti perché il fatto non costituisce reato nel processo davanti alla Corte di appello di Firenze per l’emissione di due presunte fatture false. E passato anche per i continui riferimenti di Renzi alle molestie sessuali per le quali il procuratore capo di Firenze, Francesco Creazzo, è stato sanzionato dal Csm, e per il modo in cui l’allora pm di Siena, Antonino Nastasi, ora a Firenze, condusse le indagini sul caso David Rossi. Ma la battaglia di Renzi con Turco va oltre ha raggiunto la scrivania del ministro della Giustizia. Agli ispettori il compito di fare chiarezza.