«Dopo l’acceso dibattito scaturito dal caso Cospito, il regime del 41-bis sembra essere tornato nella sua tradizionale collocazione, una collocazione nell’ombra, e con esso anche la situazione delle persone detenute destinatarie del regime speciale. All’11 dicembre 2023, secondo i dati del Ministero della Giustizia, il numero dei detenuti presenti è di 733 - di cui 12 donne presso la Casa di Reclusione de L’Aquila e 7 internati presso la Casa Circondariale di Tolmezzo - dislocati nelle 12 sezioni 41-bis presenti nel territorio nazionale. Al 4 aprile 2024, secondo dati del DAP, i detenuti in 41-bis sono 721». È quanto emerge dal XX rapporto di Antigone sulle condizioni di detenzione, ‘Nodo alla gola’.

«Molto problematica è la situazione di coloro che si trovano in regime 41-bis da più di vent’anni; altrettanto lo è quella delle persone che scontano l’intera condanna nelle sezioni 41-bis, mentre gli ergastolani sottoposti al regime speciale sono meno del 30%”, si spiega nel rapporto. Secondo i dati del DAP aggiornati al 4 aprile 2024, i detenuti assegnati al macro-circuito dell’Alta Sicurezza sono 9.439.

Dai dati raccolti durante l’attività di monitoraggio di Antigone svolta nel 2023, dei detenuti inseriti in Alta Sicurezza, il 97,1 % sono assegnati al sottocircuito AS3 (l’istituto visitato che ospita più detenuti è quello di Secondigliano), il 2,1% (38 a Parma, 29 ad Oristano, 19 a Catanzaro) al sottocircuito AS1 e circa lo 0,8 % al sottocircuito AS2 (11 a Terni, 9 a Sassari, 8 a Melfi, 5 a Ferrara 1 a Piacenza).