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Mottarone
Se prima era un dubbio, ora è una certezza: il processo sulla tragedia della funivia del Mottarone arriverà ai nastri di partenza senza giudici. E, dunque, a formare il collegio - ma probabilmente anche a chiudere la fase delle indagini preliminari - saranno magistrati pescati dal civile, che andranno a dare una mano al settore penale, ormai in sofferenza da tempo. Una circostanza che era parsa chiara già ad ottobre scorso e che ora diventa ineludibile con l’ennesimo turn over di gip previsto tra ottobre e novembre. La giudice Annalisa Palomba, attualmente titolare del fascicolo sulla tragedia che costò la vita a 14 persone, è stata infatti trasferita da Verbania alla Corte d’Appello di Torino. Il tutto mentre è ancora in corso l’incidente probatorio, praticamente impossibile da chiudere prima del suo trasferimento. Palomba ha fatto sapere che è sua ferma intenzione portare a termine la fase in corso, la cui udienza conclusiva, inizialmente fissata per luglio, è stata posticipata al 20, 21 e 24 ottobre, in attesa del deposito della relazione dei periti prevista per il 16 settembre. Ma se da un lato tale termine potrebbe essere disatteso, data la complessità della vicenda, dall’altro i tempi dell’udienza potrebbero dilatarsi, soprattutto perché bisognerà ascoltare in contraddittorio 15 consulenti di parte.Da qui l’esigenza di pescare nel civile, in un tribunale che si troverà a lavorare a breve con sette unità sulle 14 previste dalla pianta organica. Una situazione paradossale, innescata dal primo cambio di guardia, quello del 7 giugno 2021, quando all’allora gip Donatella Banci Buonamici fu sottratto il fascicolo. L’allora presidente del Tribunale, Luigi Maria Montefusco, revocò infatti l’assegnazione alla giudice proprio nel giorno in cui avrebbe dovuto pronunciarsi sulla richiesta di incidente probatorio avanzata da una delle difese. Una richiesta arrivata a una settimana dalla discussa decisione di Banci Buonamici di non convalidare il fermo disposto dalla procura per i tre indagati, fermo che era stato motivato dalla procura con il «clamore internazionale della vicenda». Montefusco assegnò il fascicolo a Elena Ceriotti, nonostante la stessa, a gennaio 2021, fosse stata esonerata per quattro mesi, data la grande sofferenza dell’ufficio gip, in quel momento presieduto proprio da Banci Buonamici. Uno “scippo” censurato dal Csm - che di fatto ha bocciato tutta la gestione delle tabelle del tribunale - e in particolare dai togati Nino Di Matteo e Sebastiano Ardita, secondo cui «la revoca della assegnazione al gip Banci Buonamici» avrebbe rappresentato «un grave vulnus all’organizzazione dell’ufficio idonea ad incidere sull’andamento del processo, dal momento che erano stati già adottati provvedimenti sulla libertà personale». Il fascicolo in mano a Ceriotti è rimasto comunque ben poco: la giudice, infatti, è andata in pensione il 3 gennaio scorso, rendendo dunque necessario individuare un nuovo giudice, ovvero Palomba. Un’incombenza che, in quell’occasione, è toccata proprio a Banci Buonamici, nel frattempo diventata reggente del Tribunale dopo il pensionamento di Montefusco. Ma il “valzer” del fascicolo aveva già creato situazioni di incompatibilità, in un tribunale a corto di magistrati. L’alternativa migliore sarebbe stata quella di lasciare il caso in mano a Banci Buonamici, che avendo gestito il caso in fase di convalida del fermo risultava già incompatibile per le fasi successive. Ma anche lei, presto, dirà addio a Verbania: in autunno, infatti, andrà in Corte d’Appello a Milano. E a gestire il caos sarà un nuovo presidente.