"Le dichiarazioni rilasciate poche ore fa dal Presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, secondo cui“Il problema della Giustizia? E’ la crescita esponenziale del numero di avvocati.”, sono inaccettabili, offensive e fuori luogo, a maggior ragione in un momento delicato come quello che stiamo vivendo".  E' la dura presa di posizione dei giovani avvocati dell'Aiga che replicano in questo modo alle parole del presidente dell'Antimafia, il grillino Nicola Morra.  Morra si era lasciando andare a considerazioni decisamente ardite  sul numero di avvocati presenti in Italia: “Nel 1996 - ha infatti scritto Morra - in Italia avevamo 87mila quasi iscritti all’albo degli avvocati. Nel 2019 erano 245mila, quasi tre volte quelli di 23 anni prima.Con una popolazione italiana che è aumentata nel frattempo di poco più del 5%.Facciamoci qualche domanda.Forse capiremo perché abbiamo qualche problema nell’amministrazione della giustizia”. Ma gli avvocati dell'Aiga spiegano a Morra: "In diversi Stati del mondo (non da ultima la Turchia) gli avvocati vengono perseguitati, condannanti, portati alla morte, perché rei di esercitare il loro mandato difensivo nell’interesse della Giustizia.Una violazione assoluta dei diritti di libertà, difesa e di tutti i valori umani più elementari. Aiga critica aspramente le parole di Morra, che ricopre un ruolo apicale nelle nostre Istituzioni ma che, forse, ne dimentica l’importanza sminuendo la figura dell’Avvocato ed il diritto di difesa che ne rappresenta la più alta estrinsecazione.In un paese come l’Italia, che ha visto anche gli Avvocati cadere per mano mafiosa (è di poche ore la motivazione della Corte di Assise di Palermo che, con oltre 600 pagine ha spiegato come l’omicidio di Enzo Fragalà sia stato un omicidio contro l’Avvocato nell’esercizio della sua funzione) – dichiara il Presidente Nazionale Aiga Antonio De Angelis – è insostenibile che gli Avvocati si debbano difendere anche e soprattutto dallo Stato.In considerazione della gravità delle dichiarazioni di Morra, altamente lesive della reputazione dell’intera classe forense, Aiga chiede con forza una presa di posizione del Ministro Alfonso Bonafede nei suoi confronti ed auspica che, al di là di questa triste vicenda, permanga nelle istituzioni un rispetto imprescindibile e doveroso verso la nostra categoria".