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«Mobilitiamoci». Il coro delle toghe di fronte all’accordo sulla riforma del Csm è unanime: con le nuove regole, autonomia e indipendenza verranno spazzate via, a favore di un magistrato «pavido e burocrate, e di una giustizia di tipo difensivo, che pregiudicherà la tutela dei diritti dei cittadini», tuona Mariarosaria Savaglio, segretaria nazionale di Unicost. E grossomodo il timore accomuna tutti, magistrati di “destra”, “sinistra” e di centro, pronti a piantare le tende in piazza pur di evitare quello che già per tutti è uno stravolgimento dei principi costituzionali.
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