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Cinque minuti in cella per sperimentare la vita in carcere. Ecco la sfida che Il Dubbio lancia al Salone del Libro di Torino: dal 18 al 21 maggio tutti i visitatori avranno la possibilità di provare la “detenzione” nello stand allestito dal quotidiano e dal Consiglio nazionale forense, al cui interno è stata riprodotta una vera e propria cella. Uno spazio angusto, con tutte le limitazioni e le condizioni di vita tipiche di un ambiente penitenziario.
L’obiettivo principale dell’esperienza è promuovere la consapevolezza e stimolare il dibattito pubblico sulla necessità di riformare il sistema carcerario, migliorando le condizioni di vita all’interno degli istituti di pena e promuovendo l’adozione di misure alternative. Oggi, come ha sancito anche la Corte europea dei diritti dell’uomo, la gran parte delle carceri italiane è in condizioni inumane a causa del sovraffollamento e di un’edilizia penitenziaria del tutto inadeguata. Non è un caso che di anno in anno aumentino i suicidi tra i detenuti e tra gli stessi agenti di polizia penitenziaria, vittime - gli uni come gli altri - di questo stato di degrado.
I “detenuti per un giorno” subiranno una perquisizione, e saranno invitati a indossare abiti abitualmente utilizzati in carcere. Entreranno nello spazio arredato come una vera prigione, rumori inclusi. Perché, come scrisse Piero Calamandrei, presidente del Consiglio nazionale forense dal 1946 al 1956, “bisogna aver visto il carcere da recluso”.
Ad accompagnare i visitatori sarà una guida speciale: Marco Sorbara, ex assessore comunale di Aosta e consigliere regionale, che ha trascorso 909 giorni in custodia cautelare da innocente.