Il «filo conduttore» che lega la riforma penale, la riforma della giustizia civile e la futura riforma del
Csm «è iniziare a pensare alla giustizia come a un servizio per i cittadini, e questo servizio deve funzionare, deve essere innanzitutto efficiente, deve rispondere adeguatamente, nel rispetto di tutte le garanzie, ai bisogni di giustizia dei cittadini». Lo ha detto a
Sky TG24 il ministro della Giustizia
Marta Cartabia. «Vogliamo che la giustizia torni ad essere un luogo in cui i cittadini possono riporre serenamente la loro fiducia - ha proseguito - possono aspettarsi una risposta da giudici competenti quali sono, imparziali e indipendenti, che possano lenire la grave ferita che la domanda di giustizia sempre attende di avere. Ho avuto modo, sia con dei viaggi sia in altre forme di interlocuzione, di vedere quanta aspettativa, quanta attesa c’è nei nostri confronti, c’è anche una fiducia rinnovata, che credo dovremmo davvero onorare».
Riforma del Csm, per Rosato serve una "rivoluzione"
«Sul mancato garantismo,
il problema non è l’assenza del principio di legge, che è in Costituzione, ma la sua mancata applicazione. Se non viene fatta nel Csm una rivoluzione che eviti che pochi danneggino il lavoro di molti bravi magistrati, avremo sempre una condizione in cui le leggi non vengono seguite,
rischiando che una parte della stampa in questa sorta di limbo possa sostituirsi ai giudici. L’equilibrio tra magistratura e politica deve avere come punto focale non un’invasione di campo della politica ma la riforma seria e profonda del Csm». Lo ha detto il vicepresidente della Camera,
Ettore Rosato (Iv), in occasione della tavola rotonda «Sorvegliare il potere: principi costituzionali e limiti».
La riforma del Csm (secondo Giulia Sarti)
«Dobbiamo arrestare le degenerazioni del correntismo, staccare definitivamente il cordone ombelicale fra magistratura e politica, continuando a garantire l’indipendenza della magistratura, nel pieno rispetto dei principi costituzionali. Questi sono gli obiettivi prioritari della riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario». Così
Giulia Sarti, deputata M5S della commissione Giustizia e coordinatrice del Comitato per la legalità e la giustizia.
«Nel ddl
Bonafede - prosegue - è previsto un argine al correntismo con un sistema elettorale composto da collegi molto piccoli, per valorizzare maggiormente i territori e impedire eventuali accordi o scambi fra correnti. Nonché tutta una serie di meccanismi per far sì che ci sia massima trasparenza nell’affidamento degli incarichi, superando totalmente la logica del pacchetto di nomine, attraverso il sorteggio dei componenti delle commissioni all’interno del
Csm». «Nel colloquio che abbiamo avuto con la ministra Cartabia sulla legge elettorale del Csm - aggiunge Sarti - abbiamo rappresentato le nostre richieste. Di sicuro, non ci opporremo al ricorso a un sorteggio "temperato", presente già nella proposta elaborata dall’allora ministro Bonafede durante il primo governo Conte». «Da questa situazione non ne verremo fuori con pannicelli caldi,
serve una riforma che sia netta e coraggiosa per bloccare le porte girevoli fra politica e magistratura, le derive del correntismo e che consenta massima trasparenza negli incarichi», conclude.