Una «riforma necessaria e improcrastinabile». Così la ministra della Giustizia Marta Cartabia ha definito la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm, al vaglio della Commissione Giustizia della Camera. «Il legislatore è a fianco dei magistrati, consapevole della necessità di un percorso di rinnovamento e autorigenerazione. Ora siamo ancora impegnati come Governo - ha aggiunto - in un’opera di cesello, attraverso un confronto serrato con le forze politiche, per arrivare ad un accordo su un testo condiviso il prima possibile. I tempi sono stretti, in vista del rinnovo del prossimo Consiglio superiore della magistratura, ma abbiamo una fitta agenda di incontri nelle prossime settimane per sciogliere i nodi». «Non si tratta di dare le pagelle ai magistrati, ma di offrire loro elementi di riflessione aggiuntivi, provenienti da chi osserva l’operare del giudice da un diverso punto di vista. Anche in questo, magistrati e avvocati potranno collaborare più intensamente nei consigli giudiziari, come del resto già avviene nel Csm» ha spiegato Cartabia, nel suo intervento all’anno giudiziario forense. Secondo Cartabia, che ha citato a proposito una recente sentenza della Consulta, va sfatato «il luogo comune che si ritrova talora nel dibattito e che vorrebbe contrapposta l'efficienza alla qualità della giustizia»: «una sollecita definizione dei contenziosi è una meta oggi attingibile, grazie all'impulso e ai fondi del Pnrr, con cui nelle scorse settimane sono entrati negli uffici giudiziari 8.100 giovani dell'ufficio del processo» e «sempre grazie nel quadro del Pnrr il Parlamento ha approvato le leggi delega della riforma del processo penale e civile; la riforma della crisi di impresa e dell'insolvenza». Cartabia ha ricordato che è giunto a termine anche l'ter di approvazione del decreto per le piante organiche flessibili, che permetterà ai singoli uffici giudiziari di poter contare anche sul supporto ulteriore di altri 179 magistrati. E quanto alle riforme, «si stanno scrivendo i decreti delegati: i vari gruppi di lavoro per il processo penale presenteranno entro il 10 maggio uno schema di decreti legislativi; e entro 15 maggio si concluderanno i lavori per l'attuazione della delega civile». E ha aggiunto, citando Sant'Agostino «che cos’è un Paese senza diritto se non una banda di ladri». «Siamo accanto all’Ucraina anche attraverso l’azione del diritto internazionale e della giustizia internazionale che, ne sono certa, si rivelerà decisiva nel tempo» ha sottolineato Marta Cartabia. «L’Italia è stata tra i primi Paesi, ora sono 41, a chiedere l’intervento della Corte Penale internazionale, che attraverso il suo procuratore si sta già attivando per svolgere le indagini e per raccogliere le prove sui crimini commessi in Ucraina». Pace e giustizia «sono gli obiettivi fondativi dell’Europa unita», ha sottolineato ancora Cartabia, rilevando che «non possono essere mai considerate acquisite una volta per tutte, ma debbono essere rinnovate, riconquistate ogni giorno».