«Apprezzo il fatto che si sia messo mano subito alla proposta, a fronte di una decisione che travalica l’ambito di verifica di legittimità che sarebbe rimesso al Consiglio di Stato». Eugenio Albamonte, segretario di Area democratica per la giustizia, non ha dubbi sulla legittimità e sull’opportunità dell’intervento tempestivo del Consiglio superiore della magistratura che ieri, con la proposta votata a maggioranza dalla commissione per gli incarichi direttivi, ha aperto alla riconferma nei loro incarichi dei vertici della Corte di Cassazione, il primo presidente Pietro Curzio e l’aggiunto Margherita Cassano, dopo l’annullamento delle loro nomine decisa dai giudici di Palazzo Spada. «Il Csm nel tempo ha voluto limitare la sua discrezionalità dandosi delle regole in funzione della trasparenza però queste regole non possono essere interpretate in sede di verifica dal Consiglio di Stato in modo cavilloso a tal punto da azzerare lo spazio di discrezionalità del Csm - spiega Albamonte all’Adnkronos - perché innanzitutto si usurpa il luogo naturale della definizione di queste decisioni e poi queste decisioni vengono trasferite in un contesto che non garantisce la stessa composizione e formazione e livello istituzionale, né la stessa trasparenza». «È possibile che il precedente Csm aveva una statistica inesistente di annullamenti e questo ha una statistica altissima, è possibile che sbagli sempre? - si chiede il segretario di Area - Oppure è in atto una situazione tipicamente italiana che quando un’istituzione è in difficoltà le altre anziché sostenerne la credibilità cercano di affossarla definitivamente inseguendo vecchi conflitti di posizionamento?». E alle obiezioni di chi ritiene la decisione presa troppo in fretta Albamonte replica: «Qui la scelta era già stata fatta, si tratta di una riconferma che va solo motivata diversamente, sperando che non ci sia un accanimento da qui alla fine, per cui nessuna motivazione va bene, perché si vuole in realtà intervenire sul risultato». Per questo «le ragioni di chi non ha aderito mi sembrano speciose - conclude, riferendosi ai consiglieri che in commissione si sono astenuti sulla delibera - Mi sembra un modo dall’interno di contribuire all’indebolimento del Consiglio, quello che sembra diventato lo sport nazionale: il Csm sbaglia e non gli si consente di essere tempestivo anche quando lo vuole essere».