È morta ieri Liliana Ferraro, magistrato di lungo corso che poi prestò servizio presso il ministero della Giustizia nel periodo delle stragi mafiose. È stata una delle più strette collaboratrici di Giovanni Falcone che conobbe nell’82 durante un convegno, e fu lì che nacque l’amicizia scaturita nella collaborazione tra i due. Liliana Ferraro dedicò molti anni della sua esistenza professionale alla collaborazione con gli uffici giudiziari, prima per la lotta contro il terrorismo, poi contro la mafia. Fu lei che contribuì alla ristrutturazione del carcere dell’Asinara per far rinchiudere le Brigate rosse, così come dopo, assieme all’ex ministro della Giustizia Claudio Martelli. Fu sempre lei a far riaprire le carceri speciali per rinchiudere i mafiosi dopo le stragi di Capaci e via D’Amelio. Una vita dedicata alla lotta alla criminalità organizzata.  Anni fa, durante una presentazione di un libro, parlando di Giovanni Falcione disse: «Aveva una buona dose di scetticismo sciasciano, io avevo una buona dose di fatalismo edoardiano. Fummo però, subito d’accordo su alcune convinzioni: Giovanni Falcone, come peraltro ha scritto in Cose di cosa Nostra, era un servitore dello Stato: «Io credo nello Stato». «Sono un servitore dello Stato che lavora in un territorio ostile».

Addio a Liliana Ferraro, il cordoglio di Maria Falcone

«Apprendo con grandissimo dispiacere della scomparsa di Liliana Ferraro, amica e preziosa collaboratrice di Giovanni al Ministero della Giustizia. Donna di grande intelligenza e capacità ha contribuito alla nascita della Fondazione intitolata a mio fratello. Grazie al suo impegno venne costruita in soli sei mesi l’aula bunker in cui fu celebrato il maxiprocesso alla mafia. Fu così possibile realizzare quel che Giovanni riteneva essenziale: e cioè che proprio a Palermo, dove la mafia mostrava il suo volto più feroce, si tenesse il dibattimento che per la prima volta aveva portato alla sbarra centinaia di boss, gregari e uomini d’onore di Cosa nostra».  Così Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso dalla mafia il 23 maggio del 1992 e presidente della Fondazione Falcone, commentando la notizia della morte di Liliana Ferraro. «Voglio esprimere il mio cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia - ha aggiunto -  A Liliana voglio dire "grazie"».