Si è tenuto a Roma il 26 novembre, presso l’Università Pontificia della Santa Croce, un doppio convegno, la mattina sulle camere arbitrali, e il pomeriggio sugli organismi di mediazione, promosso dal consigliere Donato Di Campli, coordinatore della commissione Adr, ed organizzato dall’ufficio studi del Cnf ( Avv. Giuseppe Di Iacovo).

Il convegno della mattina ha rappresentato la terza riunione della Rete delle Camere Arbitrali, ed ha avuto come tema principale la proposta di regolamento dell’attività di arbitrato, a cui ha contribuito il referente della Rete, l’Avv. Mauro Carlo Bonini.

Dopo che ciascuno dei circa 50 avvocati partecipanti alla riunione ha illustrato la situazione del proprio ordine forense di provenienza in materia di camere arbitrali, organismi di mediazione, e di Occ, Di Campli ha ribadito che, mentre per gli organismi di mediazione si è all’anno 11, per le camere arbitrali siamo all’anno 0. Per questo il consigliere del Cnf ha indicato come obiettivo, nell’ambito dello sforzo di dare impulso alla giurisdizione forense, quello di attivare presso tutti gli ordini degli avvocati una camera arbitrale, e ha auspicato che tutti si impegnino a promuovere l’istituto dell’arbitrato, superando quindi un vecchio retaggio culturale di negatività verso questa soluzione delle controversie, dovuto probabilmente al fatto che a volte alcuni avvocati non si fidano dei loro colleghi. Di Campli ha poi concluso ricordando che l’attuale riforma del processo civile rafforza il ruolo degli Adr, e pertanto è fondamentare lavorare molto sulla comunicazione, all’interno e all’esterno dell’avvocatura, per sostenere le soluzioni alternative alle dispute, a cominciare dall’arbitrato.

E’ intervenuto poi Bonini, che è anche componente della commissione Adr del Cnf, il quale ha fatto presente che se si è riusciti a far funzionare gli Organismi di mediazione, si dovrebbe poter fare altrettanto per le camere arbitrali. Ed il progetto di regolamento per la procedura della camera arbitrale forense, costituito da 25 articoli, presentato in questo convegno, è funzionale all’obiettivo di facilitare la creazione di camere arbitrali da parte dei vari ordini degli avvocati. Al tempo stesso Bonini ha ammesso che questo progetto di regolamento viene proposto in una situazione magmatica, dove, accanto alla legislazione vigente, basata sul codice di procedure civile attuale e il DM Giustizia 14 febbraio 2017, n. 34 ( Regolamento sulle modalità di costituzione delle camere arbitrali, di conciliazione e degli organismi di risoluzione alternativa delle controversie), vi potrà essere in futuro una nuova disciplina, attuativa della legge delega di riforma del processo civile ( AC 3289), approvata definitivamente alla Camera dei Deputati in seconda lettura il 25 novembre, incorporante il Ddl Caliendo ( AS 311), “Istituzione e funzionamento delle camere arbitrali dell'avvocatura”. Alla luce di queste circostanze Bonini ha tenuto a precisare che la proposta di regolamento, oltre ad essere coerente con la legislazione vigente, considera anche i probabili indirizzi della futura legislazione.

E’ poi intervenuto l’Avv. Mattia Amadei, componente della commissione Adr del Cnf, il quale ha ricordato che l’arbitrato può essere attivato con un doppio binario, ossia da una clausola contrattuale, ma anche su richiesta di una delle parti, circostanza, quest’ultima, che potrebbe effettivamente incentivare il ricorso all’arbitrato. Amadei, dopo aver introdotto il tema dell’arbitrato internazionale, ha precisato che i termini previsti dal regolamento per i diversi adempimenti conseguenti alla procedura sono ordinatori, e non perentori. Infine, ha ribadito che questo regolamento, basandosi sul D. M. Giustizia 34/ 2017, è immediatamente applicabile.

A seguito di domande proposte dai vari rappresentanti degli ordini forensi territoriali, è stato anche precisato che il regolamento arbitrale, pur essendo proposto dagli arbitri di una camera, deve essere approvato dalle parti in causa. Inoltre, è stato sottolineato come il regolamento va visto come un modello, che può essere modificato in relazione alle situazioni ed alle prassi ritenute più utili dagli arbitri di una determinata camera. Stesso discorso vale per le tariffe, che vengono decise da ciascuna camera arbitrale, e che possono variare a seconda che l’accordo venga raggiunto prima o dopo il lodo.

Un’altra proposta emersa dall’incontro è la possibile pubblicazione dei lodi, con lo scopo di creare una banca dati, che potrebbe diventare una sorta di giurisprudenza, da considerare in casi simili. Ovviamente resta fermo il diritto delle parti in causa di vietarne la pubblicazione per motivi di riservatezza.

L’Avv. Marco Franceschini ha poi provveduto ad illustrare la bozza di regolamento, e a commentarla con i colleghi presenti in aula, ricordando articolo per articolo gli aspetti più salienti.

Nel pomeriggio si è tenuto un analogo incontro, questa volta con gli avvocati che operano negli organismi di mediazione, in cui, come ha sottolineato il consigliere del Cnf Di Campli, è emerso un grande interesse per nuovi ambiti di intervento, come la mediazione familiare e penale, che saranno oggetto di regolamentazione nell’ambito dei decreti legislativi attuativi delle leggi delega di riforma del processo civile e del processo penale. In questa ottica Di Campli ha ricordato che il Cnf sarà pronto ad interagire con i gruppi di lavoro incaricati dal Mistero della Giustizia di predisporre i decreti legislativi.