«Sul costo del gas, continuiamo a lavorare su risposte adatte a un mercato globale. Obiettivo: garantire prezzi più bassi in Europa garantendo la sicurezza dellapprovvigionamento». A scriverlo su Twitter è la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, all'indomani della riunione straordinaria dei ministri dell'Energia dei Ventisette, che hanno dato mandato a Bruxelles di elaborare nuove proposte per fare fronte al caro energia, tra cui un price cap alle importazioni di gas in Ue. https://twitter.com/vonderleyen/status/1568577965859930115?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1568578128380846080%7Ctwgr%5Ef8a08caf8999d1c2ad0c712a0368405f8c28519c%7Ctwcon%5Es2_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.lapresse.it%2Feconomia%2F2022%2F09%2F10%2Fgas-von-der-leyen-al-lavoro-per-approvvigionamenti-a-prezzi-piu-bassi%2F I Paesi sono divisi tra chi, come l'Italia, vorrebbe un tetto generalizzato, e chi limitato alle forniture russe. Nel corso del fine settimana la Commissione europea sarà impegnata a perfezionare il pacchetto di proposte che il collegio dei commissari consegnerà martedì negli uffici di Strasburgo, a margine della sessione plenaria del Parlamento europeo. Von der Leyen riferisce di avere accolto «con favore il sostegno generale» espresso ieri dai ministri al disegno legislativo pre-annunciato già mercoledì scorso e di essere al lavoro con i suoi commissari «per affrontare i prezzi alle stelle e dare sollievo agli europei». Il lavoro di questi giorni è concentrato sulla «riduzione della domanda», con una proposta sul taglio dei consumi di elettricità del 10%, di cui il 5% nelle ore di punta; i «contributi del settore energetico a sostegno delle famiglie e delle imprese vulnerabili», attraverso un tetto ai ricavi inframarginali delle compagnie che producono elettricità da fonti a basso costo diverse dal gas (come le rinnovabili) e un contributo di solidarietà per le società che lavorano i combustibili fossili da redistribuire ai consumatori; il «supporto alla liquidità delle utilities» alle prese con la volatilità del mercato, con nuova flessibilità sugli aiuti di Stato; e «l'accelerazione del RePowerEu», il maxi-piano energetico presentato a maggio per tagliare la dipendenza da gas, petrolio e carbone russi il prima possibile attraverso il risparmio, la diversificazione e gli investimenti nelle rinnovabili. La discussione sul price cap al gas segue invece un percorso separato. Diverse le soluzioni allo studio, al pari delle posizioni in campo. Il fronte per un tetto generalizzato a tutte le importazioni, guidato dall'Italia, conta Paesi Baltici, Belgio, Grecia, Polonia, Bulgaria, Croazia, Slovenia, Cipro, Svezia, Malta, Irlanda e Romania. La Francia e la Danimarca, invece, vorrebbero limitarsi al gas russo. Restie la Germania e l'Olanda; mentre sono manifestamente contrarie a un cap di qualunque tipo Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Per adottare il provvedimento è necessaria una doppia maggioranza: almeno 15 Paesi che rappresentino il 65% della popolazione.