Sulla carta non c’è partito in circolazione favorevole ai vitalizi, eppure il taglio del trattamento pensionistico voluto dal Movimento 5 Stelle nel 2018 è stato cancellato da un voto in commissione Contenziosa del Senato. Ora promettono barricate i grillini come insorgono i leghisti, si indignano i dem come i Fratelli d’Italia, prendono le distanze i forzisti come i renziani. E allora chi ha voluto abolire la sforbiciata disposta poco più di un anno fa?

Per rispondere a questa domanda bisogna prima fare una premessa: i vitalizi, tradizionalmente concepiti, non esistono più dal 2012 e ciò che è stato reintrodotto nelle scorse ore è semplicemente il calcolo pensionistico contributivo degli ex parlamentari precedente alla sforbiciata ( fino al 60 per cento) avvenuta nel 2018. Un taglio illegittimo, secondo molti giuristi, valendo anche in maniera retroattiva, impugnato da parecchi ex parlamentari. Precisato questo passaggio è utile indagare sulla composizione della commissione Contenziosa per capire chi potrebbe aver deliberato la decisione.

Alla riunione di giovedì scorso erano presenti: il presidente dell’organismo Giacomo Caliendo (Forza Italia), i due rappresentanti della Lega Simone Pillon e il neo acquisto Alessandra Riccardi (ex M5S), e i due “laici” supplenti Gianni Ballarani e Giuseppe Dalla Torre. E visto che gli esponenti del Carroccio giurano di aver votato contro il ripristino dei vitalizi, l’unica possibilità è che esprimersi a favore siano stati il presidente forzista Caliendo e i due componenti laici, nominati dalla Presidente del Senato.

«La commissione Contenziosa è un organo giurisdizionale che applica la legge e non può modulare le proprie decisioni in base a convinzioni politiche», mette subito in chiaro il presidente Caliendo, attirandosi comunque le ire pentastellate. «Tutti hanno visto il colpo di mano della casta», reagisce il capo politico M5S Vito Crimi. «Una casta che non dorme mai, che non conosce né limite né vergogna, e perfino nel pieno di una pandemia e di un’emergenza sanitaria tanto grave lavora senza scrupoli per tenersi i soldi».

Ma se i grillini, artefici della riforma, insorgono, gli altri partiti non intendo essere da meno. «Non solo pace fiscale e cancellazione della sanatoria dei clandestini: il 4 luglio la Lega raccoglierà le firme anche per abolire una volta per tutte i vecchi vitalizi ancora in vigore», dice Matteo Salvini, seguito a ruota da Giorgia Meloni: «Noi di Fdi siamo stati sempre coerenti, contro le pensioni d’oro e i vitalizi siamo stati i primi, il Pd invece era contro».

Ma i dem non ci stanno e con Maurizio Martina replicano: «Informate Salvini e la Meloni che la commissione che ieri ha deciso di rimettere i vitalizi ( per gli ex senatori) è composta solo da rappresentanti della loro coalizione. Vergogna». Ma mette giustamente i puntini sulle i anche Forza Italia, che con Renato Schifani ricorda: «In tema di “vitalizi” abbiamo ben poco da imparare dal M5S. È infatti doveroso ricordare che i vitalizi propriamente detti sono stati aboliti nel 2012 quando, da presidente del Senato, portai a conclusione la relativa riforma in regime di autodichia». E in attesa di trovare un parlamentare esplicitamente favorevole al “taglio del taglio”, i grillini promettono già battaglia.