Di un alleanza con il M5s alle amministrative «se ne può parlare anche subito, già per le prossime elezioni regionali». Il neo ministro della Salute in quota Leu, Roberto Speranza, è convinto che grillini e sinistra debbano bruciare le tappe per costruire un'alleanza duratura, superano i rispettivi steccati a partire dalle prossime elezioni regionali. Perché già il governo con i nemici storici «è una vittoria politica che rafforza la democrazia italiana», spiega Speranza al Corriere della Sera. E aggiunge: «Questa non è un'alleanza di un giorno o di una stagione eccezionale, ma il tentativo strategico di costruire un nuovo orizzonte per il Paese. Gli italiani lo capiranno». L'esponente di Leu è convinto che con i 5Stelle ci sia un terreno comune su cui lavorare. «Non sarà facile, ma la rotta è segnata», confida fiducioso Speranza. «I problemi del Paese sono tanti e gravi. Vengo da una scuola politica per cui governare è lavorare giorno e notte, non fare un tweet. Questione sociale, lavoro e rivoluzione verde devono essere il fuoco di questo progetto, che parte da Roma, ma avrà ricadute sul territorio». Per un governo longevo, del resto, il ministro della Salute è convinto servano tre ingredienti fondamentali: «Umiltà, serietà, rigore. Nel primo Cdm ho trovato questo spirito. Dobbiamo chiudere la stagione degli scontri, dell'odio e degli insulti». Non sembra altrettanto entusiasta però un altro "vecchio" esponente della sinistra del, Ignazio Marino, convinto che «la formazione di questo nuovo governo» abbia «un significato molto più profondo dell’unione di due forze politiche che fino a poche ore fa affermavano di non avere nulla in comune. Con questa decisione chi rappresenta la sinistra in Italia decide di cancellare le ideologie e i valori della propria storia», scrive l'ex sindaco di Roma sull'Espresso. Abbracciare chi fino a pochi giorni fa sposava in Parlamento l'impianto del decreto sicurezza bis, per Marino rappresenta una mostruosa giravolta culturale e politica. «Questo momento storico potrebbe rappresentare un'opportunità imprevista per la nascita di una sinistra popolare e democratica», spiega il professore. «Questa dunque è un’occasione unica per cancellare un Partito Democratico che purtroppo ha dimostrato di non essere in grado di sostenere i valori della sinistra in Italia e per costruire una nuova rappresentanza per quei cittadini che in quei valori credono ancora fermamente», è la sentenza. «Serve ora un catalizzatore credibile ma se emergerà, travolgerà il Paese con un’onda di speranza. E comunque è sempre meglio tentare di fare la cosa giusta rispetto a quella che conviene».