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«Ho deciso di dimettermi dall'incarico di governo per difendere le istituzioni certa della mia innocenza». Comincia così la nota in cui la sottosegretaria all'Università ed esponente di Fratelli d'Italia, Augusta Montaruli, annuncia le proprie dimissioni dopo la condanna definitiva a un anno e sei mesi per peculato in uno dei filoni della “Rimborsopoli” piemontese, il processo sull'uso improprio dei fondi dei gruppi in Consiglio regionale durante il mandato 2010-2014. «Se cio' non avvenisse – scrive ancora - sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti, addirittura ostentando clemenza verso chi agita l'arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell'ombra davanti alla “protesta più forte” di chi la vita se l'è tolta davvero poco più di un anno fa».
«Non possiamo che rispettare la decisione generosa e spontanea di Augusta Montaruli che, pur non avendo alcun obbligo a riguardo - tantomeno di legge - ha deciso di rassegnare le dimissioni», dichiarano in una nota congiunta i capigruppo di Fratelli d'Italia Tommaso Foti e Lucio Malan. «La conosciamo fin dalla gioventù e ben sappiamo quanto ha sempre dato in termini di impegno per le battaglie della destra, mai risparmiandosi e sempre mettendo a servizio della stessa idee e progetti. Nel momento in cui, con una scelta personale, decide di lasciare questo ruolo che si era guadagnata sul campo, la abbracciamo con l'amicizia di sempre. La aspettiamo attiva e determinata, sia nel gruppo parlamentare sia nel partito», proseguono Foti e Malan. «Gli avvoltoi, che pensavano di poter speculare politicamente e personalmente su una vicenda che ha toccato tanti, anche tra coloro che si erigono a censori, e colpito pochi, sono serviti. A Fratelli d'Italia la morale non la fa nessuno, tantomeno la sinistra del professionale malcostume».
Ma a chiedere il passo indietro della sottosegretaria non erano solo le opposizioni. Stamattina, ospite di Rainews24, il vicepresidente forzista della Camera Giorgio Mulè aveva dichiarato: «Lei o il suo partito devono trarre le conseguenze e capire cosa fare, nel suo caso c'è una condanna definitiva, si deve valutare se mette in imbarazzo il governo». Ma, ha aggiunto «è una decisione che deve prendere lei insieme al suo partito».
Durissime, per il Partito democratico, le capogruppo di Camera e Senato, Simona Malpezzi e Debora Serracchiani. «Ogni giorno assistiamo agli scivoloni e agli errori della classe dirigente di FdI. Ora siamo arrivati anche alle condanne definitive per peculato per la sottosegretaria Montaruli, che non ci risulta si sia dimessa come sarebbe doveroso fare», hanno detto le due esponenti dem. «Donzelli, Delmastro, Fazzolari con le sue uscite inopportune, e Montaruli: tutti ancora al loro posto. E tutto questo avviene nel silenzio imbarazzato degli alleati di governo e con la copertura politica di Giorgia Meloni. È la conferma dell'inadeguatezza di questa destra che, unita alle ambiguità della maggioranza sulla nostra collocazione internazionale, mette a rischio la credibilità del nostro Paese. In campagna elettorale ci hanno raccontato che
erano pronti: stanno dimostrando l'esatto contrario».