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Renato Schifani, ex presidente del Senato e attuale presidente della Regione Sicilia
«I miei rapporti personali sono buoni con tutti. Ma dal punto di vista politico, è stato un errore entrare in rotta di collisione con l'alleato fino a non votare La Russa». Ma non significa che ora tutto sia risolto. Serve infatti che, pur nella fedeltà agli alleati, Fi «non si appiattisca troppo», cercando «un dialogo della coalizione con Renzi». Lo afferma, in un'intervista al “Corriere della Sera”, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani secondo il quale serve «maggior coordinamento tra gli eletti sul territorio, e parlo in particolare di noi governatori, e i vertici del partito. Fi oggi esprime le proprie cariche da Roma in su, ma prende i voti da Napoli in giù...».
Il consiglio è di "non schiacciarsi sulle posizioni dell'alleato. È bene che Fi porti avanti le sue iniziative su politica europea, giustizia, direttiva Bolkenstein, balneari. Temi sui quali abbiamo sensibilità diverse rispetto agli alleati". Riguardo al sogno di Berlusconi di un partito unico, Schifani commenta: «È un sogno legittimo, ma credo che storicamente le fusioni non paghino mai in termini elettorali: avere più liste aiuta ad avere più eletti con l'impegno sul campo. Comunque, anche da conversazioni private, non ho percepito che questo approdo sia vicino. Forse più in là».
La coalizione, secondo Schifani, «dovrebbe allargarsi. Dall'altra parte, con l'elezione di Elly Schlein, si assisterà fatalmente ad un'alleanza strutturale con il M5s e la sinistra estrema: già a Catania dove si vota a maggio l'hanno sancita e così sarà in futuro, immagino. Noi dobbiamo attrezzarci, puntando ad un bipolarismo vero, non tentando di annettere ma provando a dialogare con Renzi, che su molti temi ha posizioni affini alle nostre: Europa, atlantismo, giustizia».