Mattia Santori è pronto a scendere in campo. Il leader delle Sardine, il movimento nato spontaneamente nelle piazze emiliane all’epoca del giallo- verde, sembra pronto a candidarsi nelle liste del Pd alle prossime Comunali bolognesi. Il giovane leader del movimento dovrebbe ufficializzare la propria candidatura martedì prossimo, in una conferenza stampa organizzata insieme a Luigi Tosiani, segretario dem della provincia di Bologna. Ma Santori non dovrebbe essere l’unica “sardina” presente nelle liste elettorali al prossimo turno di Amministrative.

«Abbiamo aperto tavoli di confronto, soprattutto con la società civile», spiegano all’Adnkronos fonti del movimento. «Parliamo con persone valide che tutti i giorni si spendono per il territorio e sosterremo la candidatura di quelle persone che rispecchiano i nostri ideali. Schiereremo sia candidati interni al movimento, sia personalità esterne che però si sono avvicinate al nostro mondo».

Oltre a Bologna, le Sardine potrebbero essere presenti anche a Roma, Milano, Torino, Latina. «Prima abbiamo riempito le piazze, che erano rimaste vuote per troppo tempo. Purtroppo ci siamo scontrati con gli effetti della pandemia.

Adesso, laddove riteniamo ci siano i presupposti per rappresentare lo spirito della nostra iniziativa, sosterremo delle candidature e ne proporremo alcune nostre», spiegano i rappresentanti del movimento, che annunciano un’evoluzione della strategia politica. «La differenza rispetto alle “prime” Sardine sta nell’impegno diretto: ci “sporchiamo” le mani in prima persona», dicono. Sui social però c’è già chi parla di un movimento inglobato dal Partito democratico.

«Ma il Pd non è una realtà monolitica», replicano i diretti interessati. «Santori si candida con il Pd a Bologna, dove c’è il candidato sindaco Matteo Lepore che ha sfidato i renziani. Il fatto che Mattia sostenga Lepore fa capire che noi dialoghiamo con una parte del Pd, quella non renziana. Lepore è espressione della segreteria Letta, è persona vicina all’ex ministro Peppe Provenzano. Nulla a che vedere con Base riformista. Noi abbiamo scelto con chi stare: e certamente non stiamo con i renziani, né con i “cavalli di Troia” lasciati da Renzi nel Pd...».