“La verità? La verità è che Calenda ha paura di perdere il congresso”. Tra i parlamentari di Italia Viva si spiega così all'Adnkronos il "nervosismo" di Azione, culminato stamattina in una serie di botta e risposta tra esponenti dei due partiti. Un congresso classico che parta dal basso, dai territori come vorrebbero i renziani potrebbe mettere in difficoltà un partito meno strutturato come Azione. Di qui, secondo Iv, le tensioni. E stamattina, dopo giorni di silenzio, è arrivata la reazione in batteria dei renziani.

"Basta, sono 10 giorni che ci menano", spiega un parlamentare Iv. Lo scambio è partito dopo le parole del capogruppo Matteo Richetti in tv che ha posto dubbi sulle reali intenzione di Matteo Renzi e poi c'è stata "l'uscita scomposta" dalle parti di Azione, così la definisce un esponente Iv, su "tatticismi" di Renzi che starebbero mettendo a rischio la nascita del partito unico. Un'escalation iniziata con l'annuncio dell'ex-premier del suo nuovo incarico di direttore del Riformista. "C'è il rischio di un conflitto di interessi", aveva detto Calenda nei giorni scorsi. Dubbi rilanciati oggi da Richetti: "Uno deve decidere se nella vita fa politica o informazione. Quando mi telefona Renzi mi parla del partito o mi intervista per il Riformista?". Di qui la reazione dei renziani. Parte Ivan Scalfarotto: "Leggiamo che Richetti ha dubbi sulle scelte di Renzi. Prima gli chiedono il passo indietro, poi non sono convinti. Fortunatamente con il 10 giugno parte il congresso del partito unico e tutti i dubbi saranno sciolti nel fisiologico gioco democratico". 

"La vera ragione per cui Carlo è impazzito è che ha capito che qualcuno di noi vuole candidarsi contro di lui", attaccano i renziani, che continuano a fare il nome di Luigi Marattin quale possibile avversario del leader di Azione nella corsa alla segreteria del partito unico. Non solo. "Azione potrebbe perdere pezzi: Carfagna potrebbe lasciare", è la previsione di chi vede l'ex ministra del Mezzogiorno "pronta a tornare in FI". Secca la replica dal quartier generale di Azione: "Il nodo è che Renzi, tornato a fare il segretario di IV, non vuole scioglierla e non vuole destinare il 2x1000 al nuovo partito. Il ragazzo sui soldi non scherza", è l'accusa, che però viene respinta al mittente dai renziani: "Sciocchezze".

Questa sera Renzi riunirà alle 21 e 30 parlamentari e dirigenti di Italia Viva: "Se Carlo ha cambiato idea lo dica", è il ragionamento fatto ai suoi. Intanto sui social Calenda replica: "Per quanto concerne Azione la prospettiva di un partito dei liberal-democratici aperto e inclusivo resta l'unica utile al paese. Va perseguita seriamente e rapidamente con i soggetti realmente interessati. Polemiche da cortile non ci interessano e non vi prenderemo parte", mette nero su bianco l'ex titolare del Mise. "È urgente costruire un partito di centro che ricomponga le idee riformiste, liberali e popolari. Di questo sono in coscienza convinta e su questo continuo a lavorare", la controreplica, sempre via social, di Elena Bonetti, vicepresidente della Federazione Azione-Italia Viva. "Leggo polemiche dentro il #TerzoPolo. Mi dispiace. Abbiamo scelto di fare un partito unico e abbiamo già definito le date. Noi non cambiamo idea e lavoriamo in questa direzione", le fa eco Maria Elena Boschi. Ed il deputato di Iv, Roberto Giachetti, sottolinea: "Cioè giuro che chi rompe adesso, dopo le promesse che abbiamo fatto fin dalla campagna elettorale, per un progetto politico, largo, partecipato e contendibile, vince il 'premio Giachetti' del 2023".